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Elliott potrebbe tenersi il Milan: ecco il piano di Singer Jr

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Nel caso in cui Yonghong Li non ripagasse il debito il figlio di Paul Singer potrebbe tenersi il Milan. Ha già un piano e cerca il nuovo management.

Stefano Bressi

Elliott potrebbe tenersi il Milan nel caso in cui Yonghong Li non riuscisse a trovare i capitali necessari a rimborsare il debito della holding Rossoneri Sport in scadenza nell’ottobre 2018?

È la domanda che in molti, non solo tra i tifosi del diavolo, si stanno ponendo in queste settimane, dopo le indiscrezioni su una possibile bocciatura da parte della Uefa della proposta di voluntary agreement avanzata dal club rossonero e in attesa di capire se le trattative per il rifinanziamento del debito del Milan e della stessa Rossoneri Sport andranno a buon fine.

L’amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, che sta seguendo in prima persona il dossier del rifinanziamento, con il supporto dell’avvocato Riccardo Agostinelli per gli aspetti legali e Bgb Weston per la parte finanziaria, vorrebbe chiudere il rifinanziamento entro i primi mesi del 2018.

La prima fase del lavoro, ovvero la due diligence sui conti del Milan e della Rossoneri Sport, da parte del fondo Highbridge dovrebbe concludersi a giorni. Poi, se il fondo individuato da Bgb West non solleverà dubbi, si proseguirà col negoziato che dovrebbe portare nelle casse delle due società le risorse necessarie a rimborsare Elliott.

Ma cosa potrebbe succedere se il rifinanziamento non andasse in porto? La domanda non è banale, considerato che molte delle istituzioni finanziarie sondate dal club, come Bofa-Merrill Lynch e Goldman Sachs, avrebbero dato la propria disponibilità a rifinanziare il debito del club, ma si sarebbero tirate indietro di fronte alla possibilità di rifinanziare contestualmente anche quello della holding Rossoneri Sport.

Il mancato rifinanziamento sarebbe lo scenario peggiore per Yonghong Li, che si vedrebbe sfilare il club da Elliott, bruciando così tutto l’investimento fatto per acquistare la società dalla Fininvest, ma non per il Milan.

Con l’eventuale default della Rossoneri Sport il Milan finirebbe in mano ad Elliott per un valore pari al credito in essere con la stessa holding lussemburghese.

Che cosa deciderà di fare allora Elliott? La prassi vuole che l’hedge fund organizzi un’asta e cerchi di vendere il Milan al migliore offerente. Asta cui potrebbero partecipare tutti i soggetti che hanno guardato e stanno guardando il dossier Milan: arabi, americani e ancora cinesi.

In alternativa Elliott potrebbe tenersi il Milan. Sebbene prematuro come scenario, da Londra arrivano segnali che accreditano fortemente questa possibilità.

Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza in ambienti finanziari della City, Gordon Singer, figlio 43enne del fondatore di Elliott, Paul Singer, e responsabile dell’ufficio di Londra dell’hedge fund USA, starebbe ragionando sulla possibilità di mantenere in capo ad Elliott la proprietà del Milan.

D’altronde il calcio è anche una passione di famiglia. Nelle capitale inglese  infatti è abbastanza noto che Paul Singer sia un appassionato di calcio e in particolare simpatizzante dell’Arsenal.

Anche per questo, spiegano fonti qualificate a Calcio e Finanza, già da qualche settimana l’agenzia di sport marketing americana Creative Artists Agency (CAA), al cui interno esiste un dipartimento specializzato in headhunting ed executive search, starebbe sondando per conto di Singer jr, alcuni manager cui affidare le redini di un futuro Milan a stelle e strisce.

I sondaggi sarebbero partiti già da alcune settimane e riguarderebbero sia il ruolo di direttore sportivo, attualmente ricoperto da Massimiliano Mirabelli, sia la casella di amministratore delegato, attualmente occupata da Marco Fassone, ovvero il manager cui si deve l’arrivo di Elliott in soccorso di Yonghong Li nelle settimane precedenti il closing del 13 aprile 2017.

Insomma Singer jr vorrebbe essere pronto nel caso in cui nell’ottobre 2018 Yonghong Li non riuscisse a onorare i propri impegni con Elliott. Fino ad allora però la palla resta nelle mani dell’uomo d’affari cinese e dei manager da lui scelti per guidare il Milan. E se dovesse andare in porto il rifinanziamento (con Highbridge o con un altro soggetto), a quel punto, i destini di Elliott e del Milan si separerebbero definitivamente.

Fonte: calcioefinanza.it

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