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DONNARUMMA: “Voglio diventare una bandiera. Mihajlovic allenatore fondamentale”

Gianluigi Donnarumma, portiere del Milan, ha debuttato in Serie A contro il Sassuolo (credits: GETTY Images)

In una lunga intervista con SkySport, Gianluigi Donnarumma ha manifestato le proprie emozioni su questi mesi da protagonista e raccontato aneddoti passati

Luca Fazzini

Nel corso della puntata integrale di "Saranno Signori del calcio", in onda quest'oggi su SkySport1, Gianluigi Donnarumma si è raccontato a 360° su questi primi mesi e sul suo passato, dopo le anticipazioni di ieri.

Sull'esordio: "Quando Mihajlovic mi ha detto che dovevo giocare è stato emozionante. Mi chiese se avevo paura, dissi no. Già sapeva che poteva contare su di me. Non vedevo vedevo l'ora di chiamare a casa. Ho spiegato ai miei genitori, sono partiti la mattina della partita. Per secondo ho sentito mio fratello. I minuti in pullman sono sempre emozionanti, quel giorno lo furono ancor di più. Ho cercato di stare tranquillo e pensare alla partita. Quando entro in campo tocco sempre i due pali e la traversa, lo faccio da sempre".

Sulla famiglia: "Non ho paura di cambiare perché vengo da una famiglia con grande umiltà. La prima cosa che mi hanno insegnato è l'educazione e continuano anche oggi. Non penso di cambiare. Per me lasciare la mia città a 14 anni, soprattutto la famiglia e gli amici è stato difficile ma dovevo abituarmi per seguire il mio sogno".

Sulle giornate da piccolo: "La mattina andavo a scuola prima per giocare con gli amici. Tornavo, passava il mister e andavo al campo poi mi riaccompagnava lui a casa. Passavo molto tempo alla scuola calcio. I giorni liberi, invece, li trascorrevo con amici di classe Ernesto Ferraro mi accompagnava e mi ha aiutato tanto. Poi molti altri allenatori sono stati importanti. I principali Alfredo Magni (preparatore dei portieri al Milan, ndr) e mister Mihajlovic".

Sulla firma: "Il giorno prima ero quasi dell'Inter. A mio papà - che doveva parlare con Galliani di mio fratello - dissi che volevo andare al Milan. Galliani mi ha sempre trattato bene e mi ha fatto sentire importante anche quando non giocavo. Berlusconi per prima cosa mi ha detto: "Quanto sei alto!", poi mi ha fatto i complimenti. Spero di andare avanti così. Mi alleno bene settimana dopo settimana, poi sarà decisione del mister. Mi alleno con grande voglia.

Sulla Prima Squadra: "Già dall'anno scorso mi sono allenato con la Prima Squadra e pian piano ti devi abituare. Sogno di vincere lo scudetto poi magari di alzare la Champions. Da tifoso del Milan l'ho vista alzare da campioni e vorrei farlo anch'io. Sono nato milanista, la mia passione non è nata da una partita. Poi mio fratello iniziò a giocare lì e da quel momento scattò l'amore. Lavorando come stiamo facendo si può tornare ad alti livelli. Lo spero,  perché siamo un grande gruppo. Vogliamo qualificarci per l'Europa. Il nostro obiettivo è qualificarci per la Champions".

Sul passato: "Ero vicinissimo all'Inter. Due/tre giorni dopo mio papà doveva salire a Milano per parlare di mio fratello. Gli chiesi di parlare anche di me, senza nulla togliere all'Inter che è una squadra straordinaria, ma ero tifoso del Milan. Entrare nella sala trofei in via Turati con Galliani è stato fantastico. Volevo vincerne uno anche io".

Sul fratello Antonio (portiere del Genoa, ndr): "Abbiamo un rapporto splendido. Lui sta facendo bene, è stato sfortunato per l'infortunio alla spalla ma alla ripresa farà bene".

Sull'aria di casa: "L'aria di casa è un'altra cosa. È diverso che stare in convitto anche se non mi è mai mancato nulla. Ci sono tutor straordinari, che ti aiutano a superare subito le difficoltà iniziali. Soffro la distanza dalla famiglia. Mi manca stare a casa coi miei e uscire con amici. In casa siamo io, mamma, papà, sorella e mia nonna che vive con noi, perchè anche mio fratello a 14 anni è andato via di casa. Mi mancano le mangiate dalla nonna, mentre mia sorella mi chiama ogni sera per darmi la buonanotte".

Su Buffon"Sempre stato il mio sogno vedere Gigi da vicino, magari affrontarlo, Fortunatamente è successo, mi sono emozionato quando mi ha abbracciato. Lo ringrazio per i complimenti. Calcisticamente, è stata la prima volta che mi sono emozionato perché da sempre è stato il mio idolo. Prima della partita mi ha detto di non fargli fare brutta figura per le parole del giorno prima. Poi mi ha detto di continuare così".

Su Abbiati: "Al Milan invece ho Abbiati che era l'idolo mia squadra. All'inizio allenarmi con lui è stato fantastico, abbiamo un rapporto straordinario: mi fa sentire bene, dà consigli ogni giorno e con lui giochiamo e scherziamo. In ritiro siamo anche in stanza insieme".

Sul giocatore di cui ha avuto più paura: "Eder. All'inizio della partita ha fatto uno scatto e ho rischiato subito".

Ancora sugli idoli: "Ora ammiro Neuer per le uscite e il gioco con i piedi. Guardo molto le sue partite e a volte gioco come lui coi piedi".

Su Ibra: "E' un grande campione. Un giorno ho chiesto a Enzo Raiola (fratello di Mino, procuratore di Ibrahimovic e Donnarumma, ndr) se poteva darmi la sua maglia e una settimana dopo me l'ha consegnata. Spero di giocare insieme a lui un giorno. E' un grande campione che in attacco dà molto e fa quella giocata in quelle partite difficili da sbloccare e sposta gli equilibri. Ci farebbe comodo".

Nuovamente su Neuer: "In estate ho fatto foto con Neuer. Mi piacerebbe avere la sua maglia e quella di Messi, è il più grande al mondo".

Sulla popolarità: "Mi fa piacere quando mi riconoscono e sono sempre gentile con tutti, vivo serenamente".

Su San Siro: "San Siro è lo stadio che mi ha fatto più tremare le gambe. E' veramente speciale. Mi piacerebbe molto rimanere al Milan a lungo. Sono da sempre tifoso rossonero e vorrei diventare una bandiera".

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