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Byron Moreno: “Non ho danneggiato l’Italia. Trapattoni? Un codardo”

Giovanni Trapattoni, foto Getty Images

Bryon Moreno, il famoso arbitro di Corea del Sud-Italia, ha rilasciato un'intervista in cui ha attaccato pesantemente Giovanni Trapattoni, ex ct dell'Italia

Salvatore Cantone

ULTIME MILAN - Byron Moreno, il famoso arbitro di Corea del Sud-Italia, ha rilasciato una lunga intervista a Futbol Sin Cassette: "Su Zambrotta era rigore, era fallo da rosso, senza dubbio. Lo ricordo bene, vicino alla panchina: il peggior nemico dell'arbitro è la tv. Ci sono 20 telecamere e tu sei solo, con due assistenti, non vidi dove lo colpì, se alto o basso".

Sul voto per la partita: "Mi darei otto".

Sul calcio in testa a Maldini: "Guardate quanti giocatori davanti, non l'avevo visto il calcio in testa a Maldini. Era disperato perché voleva colpire il pallone, io non l'ho vista dalla mia posizione".

Sul rigore non dato su Totti: "Tu senti quel momenti, c'è un giocatore che vuole danneggiare. Il coreano tocca prima il pallone e poi Totti. Lui prende prima la palla, non Totti che va giù dopo. Abbiamo fatto un seminario a Seul e c'era una giocata di Italia-Camerun dove il camerunese va a cercare la palla, l'italiano cerca il contatto e il rigore. Alzo lo sguardo e non vedo il mio assistente, pensò anche lui alla simulazione".

Sul gol per fuorigioco annullato all'Italia: "Come posso vederlo, da dove sono? Non c'è fuorigioco ma deve dirmelo l'assistente, non io. Era impossibile per me sapere se fosse o meno fuorigioco: ha alzato la bandierina e l'ho dato".

Sulla fiducia negli assistenti: "Non posso mettere la mano sul fuoco per i miei assistenti in quella partita. Non ho capito perché non mi hanno messo con Fierro, abbiamo lavorato tanto insieme e ci capivamo con uno sguardo. Era l'assistente di linea uno, non ho capito perché Bomber non fosse con me. Mi ha sorpreso la decisione della FIFA. Non posso parlare male di Jorge Angel-Sanchez, che veniva da Corea-Portogallo, dove c'erano stati problemi. Mi è sembrato strano che fosse con me in quella partita, altri sono stati mandati a casa".

Sulle discussioni con gli italiani al momento del secondo giallo a Totti: "Loro mi parlavano italiano ma è simile allo spagnolo. Nessuno mi insultò, lo avrei capito. Nessuno ci ha detto niente, appena finita la partita: sapevo già che sarei tornato a casa, che non avrei diretto altre gare, avevo già il biglietto di ritorno".

Sulla partecipazione ai programmi in Italia: "Ho avuto tanti inviti a programmi controversi il Italia, erano pagati molto bene. A Mediaset mi volevano pagare 300mila dollari ma non sono andato, non era il momento. Quando è arrivato? Dopo un mese e mezzo, poi dopo cinque mesi. Io andai a un'intervista con Altafini, che era una delle seconde voci più importanti d'Italia. Con me fece 40 minuti di intervista, spezzata poi durante la trasmissione. L'acqua in testa? Lo sapevo già, era una tradizione, lo hanno fatto anche al produttore e al direttore".

Sulle parole di Di Livio dopo la partita, che ha detto che lo avrebbe picchiato, idem Panucci: "Ho chiesto di parlare con Totti e Trapattoni dopo la partita, nessuno ha voluto. Se ho danneggiato l'Italia? No. Non l'ho fatto. Posso non aver visto dei rossi ma non ho danneggiato l'Italia. Non c'era rigore su Totti, non c'è stato niente di strano, le decisioni sono state chiare. Trapattoni è stato un codardo: espulso Totti, ha messo Tommasi, l'unico capace di attaccare era Del Piero. E' stato un codardo come sempre". Intanto il Milan si fa i propri calcoli per ingaggiare Conte. Continua a leggere >>>

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