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Bonucci al primo Derby rossonero, ma era interista

Leonardo Bonucci, capitano del Milan (getty images)

Bonucci si prepara ad affrontare l'Inter, club in cui è cresciuto, da capitano del Milan. I suoi ex compagni della Primavera lo raccontano così.

Stefano Bressi

La storia di Leonardo Bonucci a Milano inizia con la maglia nerazzurra. Esatto, lui è cresciuto nella giovanili dell'Inter e poi è diventato bandiera della Juventus. Ora, si prepara ad affrontare il primo Derby della sua carriera da capitano del Milan. Che strano. All'Inter, però, lui ci è arrivato quasi per caso. Lo racconta Sergio Innocenti, osservatore che lo ha segnalato, alla Gazzetta dello Sport: "L'Inter cercava un portiere del 1987, nella Viterbese gioca il cugino di Leonardo, che viene comprato. Così proviamo a convincere Beppe Baresi a prendere anche Bonucci. Alla fine arrivò in prestito con riscatto a 40 mila euro". Era il 2005. Bonucci è poi rimasto due anni e al secondo anno ha vinto anche lo Scudetto, con gol in finale contro la Sampdoria di Mario Balotelli.

Era una grande squadra quella Primavera dell'Inter, eppure non tutti sono diventati campioni, anzi, in pochi. Balotelli era predestinato, era diventato il numero 9 azzurro, ma poi è calato; Francesco Bolzoni sembrava destinato a una grande carriera, ma gioca in Serie B; Sebastian Ribas si è perso subito. Bonucci, probabilmente, era il meno indiziato ad arrivare in alto. Il portiere di allora, Paolo Tornaghi, spiega così: "Avrei detto sarebbero arrivati in alto in tanti, ma non lui. All'inizio faceva anche panchina. Però si applicava molto, aveva davvero fame". Anche Bolzoni conferma, ma poi loda il carisma: "Non si è fatto condizionare da chi diceva non sarebbe arrivato in alto". L'allenatore, Vincenzo Esposito dice: "Non era bravo nel breve, ma è stato esigente con sé stesso e intelligente. È migliorato tanto, bravo".

I tanti ragazzi che non sono arrivati, comunque, non hanno rimpianti. Come Maa Boumsong, centrocampista titolare che è finito in prima categoria: "Ognuno ha il proprio destino. Non ho mai sentito lamentarsi Bonucci, anche quando non giocava al Treviso". Il suo compagno di reparto, Giorgio Conrotto, è capitano, ma al Cuneo: "Sono sincero, non ho rancore. Aveva qualità. Era anche simpatico. In finale mi arrivò una pallonata in faccia fortissima e lui con accento viterbese mi venne a dire che tanto ero comunque brutto".

Il compagno di stanza, invece, era Giuseppe Figliomeni, adesso al Foggia, che racconta: "Io, lui e qualche altro rompevamo le scatole a Balo che usava un cappellino rosa con un teschio invece di quello dell'Inter. Lui rispondeva che pagava la multa. Qualche sera andavamo a ballare e Balo insisteva volesse venire. Ovviamente non poteva perché minorenne. Bonucci ha deciso di farlo venire, ma gli disse che se li avessero beccati lo avrebbe ucciso. Li hanno beccati".

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