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Baresi: “Vi spiego perché passai dalle giovanili dell’Inter al Milan..”

Franco Baresi, ex difensore del Milan (credits: GETTY Images)

Franco Baresi, ex capitano rossonero, a margine di un incontro organizzato dalla GE.CA, ha parlato della sua carriera e ha svelato il motivo per cui passò dall'Inter al Milan

Lorenzo Romagna

Franco Baresi, idolo della curva rossonera e attuale ambasciatore del settore giovanile milanista in giro per il mondo, in mattinata ha partecipato ad un incontro organizzato dall’Associazione Sportiva GE.CA in collaborazione con il Milan. L'ex numero 6 rossonero ha cercato di raccontare la propria carriera ai bambini presenti. Queste le sue parole: "Ho iniziato a dare i primi calci in oratorio - si legge sul portale stopandgoal.net -, sin dall’inizio la passione e la voglia sono state fondamentali per fare sempre meglio. Solo così sono riuscito a raggiungere traguardi e vincere trofei che da piccolo potevo solo immaginare. Ho avuto dei compagni con qualità tecniche superiori alle mie nel settore giovanile, ma alla fine l’entusiasmo che avevo ha fatto la differenza".

Sul rapporto con il fratello Beppe: "E’ sempre stato buono, aldilà dei 90′ del derby (ride, ndr). Scherzi a parte, è stato bello per noi far parte di due squadre importanti del calcio italiano come Milan e Inter. E’ vero che ho iniziato nelle giovanili nerazzurre? Sì, ho fatto qualche allenamento lì ma ho preferito passare dall’altra sponda per non sentire troppo il confronto con mio fratello".

Sui consigli a genitori ed allenatori: "I genitori sono una componente importante in questo sport, ma è importante che pensino solo che il proprio figlio si diverta o meno. Io, nel mio piccolo, cerco di trasmettere le virtù che mi hanno permesso di raggiungere determinati traguardi. Il comportamento e la lealtà sono importanti, così come il sacrificio e l’entusiasmo: tutti valori che devono essere alimentati ogni giorno nei ragazzi. Ognuno ha la propria personalità, oltre che un carattere e un percorso diversi dagli altri: un allenatore deve essere bravo a capire ciò, in fondo non siamo tutti uguali come soldati. Inoltre, è importante capire lo stato d’animo dei ragazzi e non castigarli quando non rendono al meglio, piuttosto utilizzare altri modi per coinvolgerli. Per me è un onore fare da testimonial per una squadra che ha allenatori a cui è sempre stato a cuore tutto ciò".

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