L'ex attaccante del Milan, Mario Balotelli, ha così parlato al sito ufficiale del Nizza, del suo momento e del futuro, ora che andrà in scadenza di contratto.
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Balotelli: “Diventando padre, sono maturato. Futuro? Non so nulla”
Ecco le parole dell'ex attaccante del Milan, Mario Balotelli, al sito ufficiale della sua squadra, il Nizza, sulla sua stagione ed il futuro
La scelta del Nizza: "Pensavo di venire qui per allenarmi e giocare bene, per tornare in forma. Era la mia priorità. Ero concentrato soprattutto sulla mia condizione fisica, poi speravo di aiutare la squadra a far bene ma non immaginavo che avremmo raggiunto questi risultati".
I miglioramenti delle ultime stagioni: "Non so se siano state le mie migliori stagioni, so solo che ho ricominciato a sentirmi bene e avevo ottime sensazioni. Quando ti senti bene, puoi lavorare meglio. Il momento migliore della mia vita? Sì, certo. Oggi sono papà di due bambini, ho una vita serena. Sono cresciuto, maturato, è normale che sia così".
Sulla partita più bella: "La partita migliore sicuramente quella dell'anno scorso contro il PSG, in casa. Vincemmo 3-1 e segnai un gol di sinistro molto bello. Non il migliore però: col Rennes e col Lorient ho segnato due reti molto più belle".
Sull'emozione più grande a Nizza: "Sicuramente l'anno scorso, quando siamo stati in testa per tanto tempo. So che Nizza non è una delle squadre migliori in Ligue 1, ma ho cercato di farla diventare tale. Negli ultimi 2-3 il club ha cambiato mentalità e oggi è uno dei migliori in Francia. L'esperienza è l'aspetto più importante: se prendi giocatori esperti, come Dante, cresci in fretta. Se la società continuerà così, diventerà ancora più competitiva".
Sull'essere rimasto a Nizza lo scorso anno: "Il Presidente mi ha convinto al primo incontro, non c'è stato bisogno di parlare una seconda volta. È una bella persona, con lui mi trovo a mio agio. Ha creduto in me e farà crescere il Nizza. All'inizio non ero molto convinto, non ero convinto che fosse capace di migliorare il club ma ci ha visto meglio di me. Lo ringrazio, qui mi sono sentito veramente a casa".
Sui rapporti con i compagni e Favre: "Sono un buon amico. Responsabilità? Tutti abbiamo responsabilità, siamo uomini ed è normale che sia così. Favre mi ha sempre rispettato e comunicato ogni decisione".
Sui tifosi che cantano il suo nome: "Mi considerano un amico, non un calciatore. Mi piace, è meglio così. Sono speciale, ma non so perché. Se lo sapessi, non lo sarei più".
Sul futuro: "Non guardo mai troppo lontano, preferisco concentrarmi settimana dopo settimana. Non so nulla".
Se il figlio vorrà giocare a calcio: "Se volesse farlo, sarei contento. Sarà sicuramente meglio del padre, perché io ho commesso degli errori quando ero giovane e lui non li ripeterà".
Sul rapporto con i media: "Non amo molto parlare. Ogni volta che lo faccio, i media trasformano le mie parole e se ne parla per mesi. Preferisco giocare a calcio: se ho qualcosa da dire, lo faccio sul campo. I media creano un personaggio, e spesso questo personaggio attira la gente più del calciatore. Io sono quello che mostro di essere a casa, con i miei bambini e con mia madre".
Sul voler essere calciatore sin da bambino: "Da quando avevo 4 anni ho sempre detto che sarei diventato un calciatore famoso. Ho studiato, mi sono diplomato ma non ho mai pensato di fare un altro lavoro".
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