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Ancelotti: “La mia svolta? Manchester 2003. Berlusconi anima del Milan”

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Carlo Ancelotti, fresco delle 1000 panchine in carriera, ha parlato del suo passato rossonero e di Silvio Berlusconi a 'Radio Anch'io Lo Sport'

Daniele Triolo

Sabato pomeriggio, all'Allianz Arena di Monaco, Carlo Ancelotti ha festeggiato vincendo per 8-0 con il suo Bayern contro il malcapitato Amburgo. Quest'oggi, a 'Radio Anch'io Lo Sport', trasmissione in onda su 'Radio1', ha parlato del suo passato rossonero ed anche di Silvio Berlusconi. Queste le dichiarazioni più interessanti di Ancelotti.

Sulla svolta della sua carriera: “La chiave è legata alla prima finale di Coppa Campioni a Manchester contro la Juventus. Come dicono a Roma, lì, abbiamo svoltato: fino a quel momento avevo conquistato tanti secondi posti, quella è stata la prima vittoria”.

Sull'attuale Serie A: “Il campionato è ancora aperto, la Roma ha una certa continuità, 7 punti di svantaggio sono tanti ma ancora niente è deciso. Spalletti sta facendo un grande lavoro, ha plasmato la squadra con qualità e quindi bravo Luciano”.

Sul Milan senza Silvio Berlusconi: “Dispiace nel vedere , che è stato l'anima di questa società ma al tempo stesso ho curiosità per una nuova proprietà che deve avere entusiasmo e fare gli investimenti necessari per portare la squadra ad alti livelli”.

Sulla Champions League di quest'anno: “Non ci sono sulla carta 2-3 squadre favorite. All'inizio c'era il Barcellona, ma dopo l'ultima sconfitta (4-0 in casa del PSG, n.d.r.) è quasi fuori. C'è molta incertezza e anche se ci sono stati dei risultati chiari nell'andata degli ottavi, al ritorno potrebbero anche esserci delle sorprese. Juve nei quarti o in finale per batterla? Non saprei, c'è un sorteggio e non cambia molto. Di certo è che la Juve è molto competitiva, più quest'anno dei precedenti”.

Sugli arbitraggi e la VAR: “Della sudditanza non ho mai più sentito parlare, dopo essere andato via dall'Italia. È un vocabolo fuori moda, a livello mondiale gli arbitri sono migliorati molto, sono migliorate le strutture organizzative e . La pressione sugli arbitri italiani è di gran lunga la più forte al mondo. Var? L'importante è che non complichi le cose, molte nuove regole hanno complicato la vita agli arbitri”.

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