"Il Milan dovrebbe fermarsi a guardare la luna e non il dito"
—"Nel caso del Milan, c’è una considerazione oggettiva da fare. Se in parecchi rimpiangono Stefano Pioli - e c’è da capirli - vuol dire che quello dell’allenatore è da tempo un falso problema. O comunque non è il nodo centrale. Chi immaginava di poter dare vita a un nuovo corso semplicemente con un nuovo tecnico ha adesso la prova di quanto fosse sfocato il disegno. Il Milan ha pensato di rinnovarsi con Paulo Fonseca, poi di rigenerarsi con Sérgio Conceição e adesso? Adesso dovrebbe fermarsi e guardare la luna e non il dito. La sensazione, strettamente personale, è che il Milan avrebbe bisogno di leggersi dentro in maniera profonda, accettando l’idea di dover aprire un nuovo ciclo, senza inseguire facili soluzioni. O peggio ancora alcune toppe sul mercato - inutile fare i nomi, tanto il discorso è sufficiente chiaro - per provare ad andare avanti così. Ecco, per parlarci chiaramente, il Milan ha necessità di un vestito nuovo, di capire che il problema non è l’allenatore, o solo l’allenatore, ma coinvolge piuttosto una squadra che ha dei valori ma - per svariati motivi - non è in grado di esprimerli compiutamente".
"Agire in maniera radicale sull'organico, con scelte dure e coraggiose"
—E allora, per essere chiari, è arrivato probabilmente il momento di voltare pagina. Completamente. Con il nuovo direttore sportivo e con il nuovo allenatore (a proposito: è l’ora di decidersi, perché si rischia di perdere il vantaggio di non dover dipendere dal risultato...) bisogna agire in maniera radicale sull’organico. Con scelte che oggi sembrano dure, con interrogativi che sono sicuramente scomodi: ma se Mike Maignan nicchia di fronte al rinnovo, se Theo Hernández ha mandato segnali negativi, se Rafael Leão continua ad andare avanti a corrente alternata, non sarà arrivato il momento di “accontentarli” e ripartire quasi da zero? Considerando che ci sono altri giocatori a fine corsa. Ecco, questo è probabilmente il momento di fare scelte coraggiose - salvaguardando i migliori anche in termini di rendimento - per operare in profondità".
"Serve un DS bravo prima a vendere e Tare risponde ai requisiti"
—"È per questo serve un direttore sportivo bravo a vendere prima ancora che a comprare e Igli Tare sembra rispondere a questi requisiti. Per poi individuare calciatori di valore e funzionali e non semplicemente con un nome altisonante e un rendimento incerto. E affidare la ricostruzione ad un tecnico che sappia porsi degli obiettivi immediati, ma abbia anche uno sguardo sull’orizzonte, che non esiti a dare spazio a qualche giovane di casa. Senza gli equivoci tipici di questi momenti. Pensare che un calciatore con un bel passato possa fare meglio e di più di chi ha intenzione di costruirsi un futuro. Insomma, ci sono momenti in cui è decisivo saper scegliere, facendo attenzione a distinguere il semplice dal facile. È così, al di là degli slogan, che funziona realmente un progetto", ha concluso Vocalelli sul Milan. LEGGI ANCHE: Tare, Allegri e il futuro europeo del Milan: il parere di Costacurta >>>
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