Luca Lucci, leader della Curva Sud del Milan, ha deciso di farsi interrogare nell’aula bunker di San Vittore: le sue parole
Luca Lucci, leader della Curva Sud del Milan, ha deciso di farsi interrogare nell’aula bunker di San Vittore, dove è detenuto da sei mesi nell’ambito del maxi-processo che coinvolge diversi esponenti del tifo organizzato. Come riferito dalla Gazzetta, Lucci ha respinto le accuse di aver lucrato sulla curva e ha chiarito il suo ruolo all’interno del mondo ultras.
Le parole di Lucci in aula
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“Non ho mai fatto soldi con la curva, i soldi li ho fatti con affari illeciti che non c’entrano nulla, con la droga. Il fondo cassa della Sud è sempre stato gestito in modo trasparente”, avrebbe dichiarato Lucci durante l’interrogatorio a porte chiuse. Il capo ultras ha poi aggiunto di aver sempre avuto “buoni rapporti con la società e i dirigenti” e di essere stato persino ospite a casa di Silvio Berlusconi per discutere di calcio.
L’interrogatorio e le accuse
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Lucci ha scelto il rito abbreviato e ha risposto alle domande del suo avvocato Alessandro Diddi, raccontando la sua ascesa nella Curva Sud e sostenendo di non aver mai creato problemi al Milan. Tuttavia, il suo nome è al centro di più filoni d’indagine, tra cui un’accusa di tentato omicidio ai danni dell’ultras rossonero Enzo Anghinelli nel 2019.
Nel suo intervento in aula, Lucci ha anche parlato delle dinamiche politiche all’interno del tifo organizzato: “Spesso il tifo è di destra, ma io invece sono di sinistra”. Ha poi affermato di essere sempre stato favorevole alla tessera del tifoso e ha sottolineato i rapporti collaborativi avuti con il club: “Anche con Galliani all’epoca parlavo spesso, parlavamo di calcio”.