Era stato quasi dimenticato a Marina di Gioiosa Ionica, Rocco Commisso. Da qualche giorno, però, nel paese in provincia di Reggio Calabria è tornata a farsi sentire la sua "presenza". Quasi come un fantasma. Perché viene quasi trattato come un morto dagli abitanti, che di lui dicono: "Mi pari co' 'ndaju 'cca davanti", ovvero un'espressione che si usa per una persona che non si vede da talmente tanto tempo che si fa fatica a credere di averla davanti agli occhi. Lo dicono guardando una foto del piccolo Rocco, in volo d'angelo su un campo da calcio, dote che gli è valsa il soprannome di "pitozzu", ovvero una pietra, perché cadeva senza scalfirsi. Aveva già allora la testa dura e l'ha dimostrato. Ora è settantenne e ha fatto fortuna negli Stati Uniti. Ha fondato Mediacom e ha un patrimonio di 4,5 miliardi di dollari. Tutto grazie alla testa dura. E a una fisarmonica...
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Salvato da una fisarmonica: così “si è fatto” Commisso
Partito con una fisarmonica, Commisso è diventato uno dei più importanti imprenditori degli Stati Uniti. Ecco la storia del calabrese diventato miliardario.
Era un bambino quando suonava la sua fisarmonica, strumento che ha accomunato tanti bambini del dopoguerra che non potevano andare a lezione di pianoforte o di violino. Nel 1963, a 13 anni, mentre passeggiava per il Bronx, dove è cresciuto, si è imbattuto in un cartellone pubblicitario di un talent show musicale organizzato dal Wakefield Theatre.
Il piccolo Rocco suona la fisarmonica ogni mercoledì al 4212 di White Plains Road, nel Bronx, nel teatro che poi ha chiuso negli anni Settanta. Vince il concorso musicale, ma rifiuta il premio che consisteva in una borsa di studio per il Conservatorio di Berkley. Decide di barattarlo con una lettera di referenze da parte del direttore del Wakefield Theatre al preside della Mount Saint Micheal Academy. Quest'ultimo decide di accogliere il ragazzo che era rimasto fuori dalla scuola, perché arrivato a New York in estate, quando le iscrizioni erano ormai chiuse.
È in quel momento che Commisso inizia la propria avventura da futuro uomo di impresa, lasciando per sempre la strada che comunque forse lo avrebbe reso un musicista. Il suo insegnante di ginnastica lo segnala come giocatore di calcio alla Columbia University. Fa un provino, lo supera, e gli vale una borsa di studio da 75 mila dollari che gli consente di iscriversi. Grazie al suo innesto in squadra, la Columbia raggiunge i primi playoff della NCAA nella propria storia. Commisso colpisce ancora di testa in volo d'angelo, anche perché il prato fa meno male dell'asfalto, scrive il Corriere della Sera.
A un certo punto, però, Commisso è chiamato a un'altra decisione che può cambiare il proprio futuro. Deve scegliere tra il calcio (fa un provino per la nazionale olimpica degli USA del 1972) e l'impresa. Gli eventi lo portano dalla seconda: entra nel colosso farmaceutico Pfizer e poi decide di aprire una discoteca nel Bronx. Fa esibire i Cugini di Campagna e gli Homo Sapiens. Nel frattempo consegue un Master in Business Administration. A seguire, è l'unico italo-americano ad essere riuscito ad approdare nell'ufficio principale della Chase Manhattan Bank. Purtroppo, però, quando tutto sembrava destinato al lieto fine, ecco l'intoppo: lo tengono lontano da clienti come la General Motors per affidargli i pesci più piccoli del settore degli autotrasporti. Purtroppo l'essere italo-americano ha influito molto. Un manager di origine tedesca, però, lo chiama nella divisione che si occupava di comunicazione e TV. È l'ultima svolta, quella decisiva. Da lì ha appreso tutto ciò che gli serviva per poi fondare Mediacom, dal seminterrato di casa propria. Ora ha fatto un'offerta importante per il Milan. Però, Commisso attende una nuova svolta, forse impossibile: Yonghong Li sembra non voler più cedere il Milan...
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