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Processo ultras, Lucci parla e crea imbarazzo al Milan: ecco perché

Daniele Triolo Redattore 
Processo ultras, Lucci parla e crea imbarazzo al Milan: ecco perchéProcesso ultras, Lucci parla e crea imbarazzo al Milan: ecco perché
Luca Lucci, ex capo della Curva Sud del Milan, con le parole negli interrogatori potrebbe causare qualche problema al club rossonero

'Tuttosport' oggi in edicola ha parlato delle dichiarazioni rilasciate da Luca Lucci, ex capo della Curva Sud del Milan, nell'aula di Piazza Filangieri nell'ultimo interrogatorio del processo sugli ultras dei due club meneghini. Parole che mettono in imbarazzo non soltanto il Milan, perché riaprirebbero la questione della vicinanza della società con la tifoseria organizzata, ma anche a Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio dei Ministri, il quale, però, respinge al mittente le 'accuse'.

Lucci, nelle sue dichiarazioni, ha detto di avere rapporti anche con i dirigenti attuali del Milan e che ci sono chat sul suo telefono come prova. Un tema, questo che, come ricordato da 'Tuttosport', può avere conseguenze sul piano sportivo. Il Codice di Giustizia Sportiva vieta, all’articolo 25, i rapporti di qualsiasi tipo con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, tra le quali non figurano gli ultras.

Milan, Lucci ha rivelato rapporti con i dirigenti

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Le sanzioni, previste dall’articolo 9, sono inibizione e multa per i dirigenti, squalifica e multa per allenatori e giocatori. La società può essere multata anche a titolo di responsabilità oggettiva o diretta, in base al livello di coinvolgimento dei vertici. Il che, bene precisarlo, è tutto da dimostrare sia per il Milan sia per l'Inter. Le dichiarazioni degli imputati non possono essere considerate una prova. Milan e Inter, così come la Lega Serie A, si sono costituiti parte civile nel processo.

È più difficile, invece, pensare all’articolo 4, che prevede i generali obblighi di lealtà, probità e correttezza: è l’unico scenario in cui si potrebbe ipotizzare una penalizzazione in classifica, allo stato attuale da escludere. Nel caso della Juventus, nel 2017, unico precedente a fare giurisprudenza, non è scattata. La Procura della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ad ogni modo, segue gli sviluppi del processo penale.


Per ora, il lavoro del Procuratore Giuseppe Chinè si è concentrato sui rapporti dei tesserati (Davide Calabria e Hakan Çalhanoğlu su tutti) con gli ultras. Le indagini saranno chiuse a breve, eventuali deferimenti arriveranno. Ma i calciatori rischiano una squalifica di breve durata.

"La foto con Salvini? Non la volevo fare". La replica della Lega

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La versione di Lucci, però, come preannunciato, non si è limitata a fare luce sui rapporti con il Milan, ma è tornata anche a parlare della famosa foto scattata, nel 2018, all'Arena Civica di Milano, con Salvini - tifoso rossonero - in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud del Milan.

Una foto che, per Lucci, sarebbe stato lo stesso Salvini a chiedere. «Sono sempre stato di estrema sinistra, la foto con Salvini nemmeno la volevo fare». Pronta la replica della Lega: «Le parole di Lucci sono destituite di fondamento. Matteo Salvini, che frequenta San Siro da quando era bambino, ignorava chi fosse: se avesse saputo di chi si trattava, non avrebbe accettato né lo scatto fotografico né la stretta di mano con quel signore». Lucci risponderà alle udienze del 9 e 15 maggio prossimi. LEGGI ANCHE: Milan, con Tare finisce una storia ma ne inizia un’altra: dalla panchina al mercato >>>