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Paolo Berlusconi: “I cinesi compreranno il Milan: non c’è fretta”

Paolo Berlusconi
Paolo Berlusconi, intervistato da Tiziano Crudeli a '7Gold', ha dichiarato: “Sino-Europe Sports è seria: aspettiamo la terza caparra. Vendere è giusto”

Daniele Triolo

Il quotidiano 'Libero' in edicola questa mattina ha riportato . Argomento, naturalmente, la cessione del Milan ai cinesi.

Come sarà il Milan senza i Berlusconi? “Il Milan c'era già trent'anni fa ed aveva raccolto molti successi. Poi è arrivato mio fratello Silvio e ha dipinto di rossonero la storia del calcio italiano, europeo e mondiale. Come tutte le cose, però, ogni ciclo ha un inizio ed una fine. Il calcio è cambiato con i petroldollari. Continuare che cosa vorrebbe dire? Immettere una grande quantità di denaro per aggiungere, magari, uno Scudetto o una coppa nel palmares che è già tra i più importanti al mondo. E' giusto dal punto di vista morale lasciare il passo. Anche perché Silvio ha l'età di un patriarca, anche se un patriarca sempre attivo, giovane e pieno di energia”.

Contano ancora i sentimenti o soltanto il denaro nel calcio odierno? “Quando c'è di mezzo il Milan, Silvio parla sempre di formazione, di come schierare i giocatori. Mentre quando lo si aggiorna sulla trattativa si incupisce, soffre molto l'abbandono. Sono convinto che resterà il Presidente più amato dai tifosi, ma anche il più rispettato dai colleghi. Quando prese il Milan e disse che l'avrebbe reso la squadra più forte del mondo, tutti lo derisero. Poi arrivarono Gullit e Van Basten. C'erano soldi? Ma erano fondi molto limitati anche per l'epoca. Già quando io giocavo nell'Edilnord, lui era Presidente e secondo allenatore: aveva idee, si confrontava con i tecnici. Di Montella ha sicuramente una grande stima, non condivide alcune sue scelte – credo che ormai questo sia evidente -, ma ne ha sempre avuto rispetto. Apprezza il suo atteggiamento nei confronti della stampa, perché è una persona corretta ed aziendalista, che non dice mai una parola fuori tono”.

Sulle cattiverie nei confronti di Silvio Berlusconi nella trattativa con i cinesi: “Tra quelli che hanno passato il segno c'è Marco Travaglio: ha detto che Silvio ha sicuramente tanti soldi all'estero e questo è un modo per riportarli in Italia. Io dico che un advisor importante ha presentato questo gruppo di investitori cinesi. Questi hanno versato prima 100, e poi 200 milioni, come prova della loro serietà. Poi ci sono stati degli avvenimenti che anche noi siamo in attesa di capire fino in fondo: a causa di norme del Governo cinese o del ritiro di un investitore, c'è stato uno stop al momento del closing. Di fronte a questo si potevano incassare 200 milioni, ma credo che l'atteggiamento giusto sia stato quello di concedere una settimana per versare altri 100 milioni ed allungare di un mese la scadenza. Io sarei anche dell'idea che, se Sino-Europe Sports versasse 300 milioni e poi non fosse in grado di chiudere la trattativa nei tempi prestabiliti, bisognerebbe incamerare le caparre e gestire il Milan come famiglia Berlusconi. Se in futuro, anche tra un anno, questo investitore dovesse riaffacciarsi con le dovute garanzie, mi siederei ad un tavolo per riaprire il discorso sulla cifra che manca. Per il resto posso assicurare che mio fratello non ha alcunché all'estero, se non una villa doverosamente dichiarata. E' un fatto di intelligenza: pensare di far rientrare soldi con un'operazione così seguita dal mondo intero sarebbe da stupidi”.

C'è chi dice che la Finanza sia pronta a controllare … “Sono propenso a crederlo, la Procura di Milano è sempre stata attenta alle nostre situazioni. Io consiglierei loro di non perdere tempo, perché non porterebbe a niente. Ma siamo abituati, ne abbiamo dovute sopportare tante in oltre vent'anni. Sono fiducioso che certe situazioni si chiariranno, vedremo alla fine chi avrà ragione”.

Garanzia che l'operazione andrà a buon fine, il coinvolgimento diretto di Silvio: “Si può diventare antipatici a vincere sempre. Ora abbiamo lasciato spazio alla Juventus, forse troppo (ride, n.d.r.). Il Milan di Silvio Berlusconi del futuro, o dei cinesi del futuro, parte da una buona base di giocatori. Poi ci sono la sfortuna, come nell'infortunio di Bonaventura, o gli arbitraggi, penso al rigore in fuorigioco e senza fallo dato al Chievo sabato sera. Lo sport è bello anche per questo. Spero che nel futuro venga applicata la moviola. E' utile sapere se una palla ha varcato o meno la linea di porta, ma due-tre di questi episodi l'anno non cambiano i campionati. Il gol fantasma di Muntari si poteva vedere benissimo anche senza tecnologia, e quindi può ascriversi ad altri fatti. Di fuorigioco, invece, ce ne sono almeno 20 dubbi in ogni partita: sarebbe bello che l'azione andasse avanti, e, in caso di posizione irregolare, venisse fermata cinque secondi dopo”.

E' vero che a spingere Silvio Berlusconi verso la cessione è stata la famiglia? “Non è così. I figli sono legatissimi al Milan. Hanno detto 'Papà, sarebbe giusto vendere', ma poi hanno sempre aggiunto 'però se tu ritieni di doverlo tenere, la Fininvest è in grado di supportare ulteriormente questo grosso sacrificio economico in un momento difficile'. Con amore per il Milan, ma anche con razionalità, il Presidente ha detto con una lacrimuccia: 'Sì, è giusto cedere il club'. Anche se penso che il Presidente del Milan rimarrà sempre Silvio Berlusconi”.

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