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Boban: “Milan? Ecco perchè bisogna riformare il Fair Play Finanziario…”

Zvonimir Boban, ex stella del Milan, oggi dirigente FIFA (credits: GETTY images)

Zvonimir Boban, vice segretario della Fifa, ha concesso un'intervista alla "Gazzetta dello Sport" in cui ha parlato del Fair Play Finanziario

Salvatore Cantone

Zvonimir Boban, vice segretario della Fifa, ha concesso un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Se non si pongono dei correttivi al sistema del Fair Play finanziario Inter e Milan faranno fatica a rimettersi al passo. Vale per loro, ma ovviamente anche per tutti quei club che hanno l’ambizione di competere per i massimi traguardi».

Ha una ricetta?

«Mi limito a fotografare l’esistente e non posso che elogiare i risultati del lavoro fatto in questi dieci anni che ha permesso di mettere in sicurezza i conti del calcio. Però, pur essendo giusto vigilare sulla salute dei club, le norme che impongono il pareggio di bilancio non possono impedire a nuovi imprenditori di fare ingenti investimenti. E mi sembra che Inter e Milan e altri club siano in questa condizione».

Ma non si rischiano nuovi squilibri?

«Sul tema decide l’Uefa e non intendo disturbare i lavori in corso, rispetto la loro autonomia. Faccio solo una considerazione: chi porta soldi freschi nel mondo del calcio non può che produrre effetti positivi per tutto il sistema».

È all’orizzonte anche la riforma sullo status degli agenti.

«È in corso un confronto costruttivo. Bisogna limitare gli eccessi e noto buona volontà da parte dei rappresentanti della categoria. Ma è un tema delicato su cui bisogna riflettere con attenzione, con il contributo di tutti. I lavori procedono bene, sono ottimista».

Questo calcio è sempre più portato al business.

«La crescita del calcio è legata a fattori economici. A volte, però, si dedica troppa attenzione a questi aspetti. A me piace vedere il pallone rotolare sul campo e mi impegno perché questo mondo continui ad essere affascinante, nella semplicità di chi ama essenzialmente il bel gioco».

Quale sistema di gioco le piace di più?

«A Barcellona Guardiola con il Tiki Taka ha espresso concetti di gioco importanti, ma lui stesso ha ricordato di aver preso spunto dal Milan di Sacchi. Il suo concetto di pressing ha rivoluzionato le abitudini di tutti. Non era più una questione di moduli ma di conquista del pallone alla continua ricerca della giocata per il gol».

Il Mondiale per club sta per essere riformato.

«L’intenzione è di dare anche ai club l’opportunità di confrontarsi su scala mondiale. Così proviamo ad organizzare una manifestazione che ogni 4 anni metta di fronte le 24 migliori squadre dei vari continenti. Ma in prospettiva l’ambizione è quella di aprire anche questo Mondiale a 48 società, come per le nazionali».

Invece come si trova nel mondo della Var?

«Sono sincero, c’era il rischio di finire in un calcio robotizzato. Ho la netta impressione, invece, che tutto stia procedendo per il meglio. La tecnologia sta aiutando gli arbitri a sbagliare meno, ma a tranquillizzarmi di più è la constatazione che le partite non stanno subendo pause o rallentamenti. Così viene rispettata la natura del calcio».

La Fifa ha preso posizione sui buu a Koulibaly.

«Certi episodi fanno male al calcio. So che è difficile sospendere partite delicate come Inter-Napoli, ma forse in quell’occasione era il caso di farlo. In ogni caso il calcio non può risolvere da solo certi problemi, ha bisogno dell’aiuto delle autorità. Occorrono provvedimenti a lungo termine».

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