NEWS MILAN

Milan-Monza, la partita di Berlusconi: 30 anni di colpi, coppe e amore

Daniele Triolo

Silvio Berlusconi, ex Presidente del Milan, oggi possiede il Monza. Tornerà per la prima volta a 'San Siro' da avversario. Ma non è un rivale

'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola ha parlato di Silvio Berlusconi, ex proprietario del Milan e oggi possessore del Monza, visto che domani pomeriggio potrebbe tornare per la prima volta a 'San Siro' da avversario. Ma non da rivale. In fin dei conti, come si possono dimenticare oltre trent'anni di successi?

In trent'anni di gestione, di cui venti da Presidente, Berlusconi ha collezionato tante vittorie ed intuizioni per il Milan. Unita, secondo la 'rosea', a qualche passaggio a vuoto e qualche battuta fuori luogo. Prima di tutto, però, i trofei, ben 29. Dal primo Scudetto, vinto nel 1988 all'ultimo successo, la SuperCoppa Italiana del 2016 a Doha, conquistata ai calci di rigore contro la Juventus, la storia del Milan e quella di Berlusconi sono rimaste intrecciate, come in un gigantesco album di famiglia.

Milan-Monza, Berlusconi sfida il suo glorioso passato

—  

Non è certo che domani Berlusconi sia presente a 'San Siro' per Milan-Monza (dipenderà molto anche dagli impegni politici). Dovesse accadere, sarebbe la prima volta. Sabato 22 ottobre è il giorno che sia Berlusconi sia il suo braccio destro, Adriano Galliani, aspettano da quando, qualche anno fa, l'ex Cavaliere ha rilevato il Monza. È un cerchio che si chiude, o forse un nuovo capitolo che si apre.

Berlusconi arrivò a Milanello, quartier generale del Milan, per la prima volta il 1° marzo 1986, annunciando il primo acquisto per la stagione che sarebbe arrivata: la prima definita interamente dalle sue decisioni, a partire dalla panchina. Il primo nome fu Dario Bonetti, difensore della Roma. Le prime volte di Berlusconi con il Milan, però, non sono state tutte belle. Il primo derby, il 6 aprile 1986, fu perso per un gol dell'interista Giuseppe Minaudo.

Il Berlusconi Presidente, però, si è tolto tante soddisfazioni contro i nerazzurri, soprattutto con i derby di Champions League. La sua prima finale di Coppa dei Campioni finì come meglio non avrebbe potuto: 4-0 alla Steaua Bucarest e esodo dei tifosi milanisti a Barcellona. Con il suo primo allenatore, il sereno e già anziano Nils Liedholm, non andò bene. Ma d'altra parte non lo aveva scelto lui. Come, invece, fece con Arrigo Sacchi: il resto è storia e tanti trofei.

Scelse, dopo di lui, Fabio Capello, che aprì un altro ciclo duraturo di vittorie. La storia di un grande club, però, è fatto anche di passi falsi ed anche alla voce esoneri Berlusconi nel Milan non si è fatto mancare niente. Da Alberto Zaccheroni a Massimiliano Allegri, da Óscar Washington Tabárez all'amato Filippo Inzaghi. Ha voluto bene a tanti, ma se c'era da vincere non transigeva. E che dire, poi, dei tantissimi colpi di mercato con i rossoneri.

Da Marco van Basten a Ricardo Kaká, passando per Andriy Shevchenko, ma anche ai 'bad boys' ripudiati e da lui sportivamente adottati come Kevin-Prince Boateng. Per Berlusconi così come per Galliani, domani, sarà dura entrare nello spogliatoio giusto. Il rischio che si sbaglino è alto: erano i padroni di casa, tornano da ospiti. Ma mai come nemici. Milan, il piano di rilancio di Cardinale: le quattro vie da seguire >>>