L’ala del Milan lo ha poi raccontato: “Sento che devo fare qualcosa per Umuahia. La mentalità è che, se ce la fai nella vita, devi tornare a fare felice la gente. Il torneo è a otto squadre, sei contro sei. Io prendo le maglie di otto squadre, quelle del Milan me le dà la società, le altre sono un po’ originali, un po’ no, perché in Africa non è facile trovarle”.
L'obiettivo: fare beneficenza
—In questi giorni i social hanno mostrato immagini del torneo con maglie di club locali e la solita, tanta gente a bordo campo. Il torneo si gioca in una scuola e ha finalità benefiche: raccogliere denaro per la comunità. Nel 2023, addirittura, il suo amicone Victor Osimhen passò a vedere qualche partita. I milanisti, per questo e per qualche frase di Osimhen, da un paio d'anni sognano Victor in rossonero.
Il legame con la Nigeria: la storia di Chukwueze
—Il legame tra Chukwueze e la Nigeria è profondo e ha origine da una storia personale molto particolare. Il giocatore del Milan ne ha parlato in questo modo: "Mia mamma mi diceva 'il calcio non ti darà mai soldi'. Io però sono nato con il calcio dentro. Allora andavo a giocare fino alle sette di sera, e lei mi metteva in punizione. Una volta mi ha bruciato scarpe e magliette e mi ha detto: 'Samuel, devi concentrarti sugli studi'. Ho provato, ma una parte del mio corpo era spenta".
Ha continuato sempre Chukwueze: "Il fratello di mio cugino un giorno mi ha detto che c’era un provino in città. Gli ho risposto di non venire nemmeno a chiamarmi. Invece lui ha bussato alle 5.30 del mattino e mia mamma gli ha aperto: 'Samuel non viene da nessuna parte, ha scuola'. Mia nonna l’ha convinta, poi mi ha svegliato e mi ha dato i soldi per il trasporto". E senza, forse, la storia del Milan oggi non avrebbe avuto tra i suoi giocatori proprio il nigeriano.
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