La differenza di saluti tra il Milan e Theo Hernandez
—"Theo si è invece congedato usando toni diversi. Alla dolcezza iniziale segue una parte molto più amara: «Me ne vado a testa alta, perché ho sempre dato tutto per questo club, impegnandomi al massimo e condividendo gli stessi sogni di questa tifoseria. Me ne vado con il cuore pieno, e con la speranza che molto presto il Milan torni al posto che merita. Milano sarà sempre parte di me». Seguono la speciale citazione per Paolo Maldini, che ricambia l'affetto, e un messaggio direttamente rivolto ai tifosi rossoneri. Poi arrivano le accuse: «La mia decisione di andarmene non è stata facile. Ho sempre saputo dove volevo stare, e il Milan è sempre stata la mia priorità. Ma, purtroppo, non tutto dipende da una sola persona». Vero, per i rossoneri Hernandez era da tempo fuori dal gruppo. Per la società poteva essere ceduto al Como per quasi cinquanta milioni, e la stessa trattativa con l'Al Hilal avrebbe potuto concludersi a inizio giugno. Allo stesso tempo per rimanere rossonero (oltre la scadenza del 2026) Theo chiedeva un contratto più ricco di quello attuale, non proprio in linea con il rendimento".
Valori traditi e nuova avventura in Arabia
—"Ancora Hernandez: «La direzione che ha preso il club e alcune decisioni recenti non rispecchiano i valori né l'ambizione che mi hanno portato qui». Per qui si intende la Saudi League, non uno dei tornei più competitivi al mondo. Nessuna altra offerta europea concreta era arrivata al suo agente. Più che sull'ambizione - il Milan ha appena rilanciato con Allegri in panchina e Modric da ieri rossonero a tutti gli effetti - è sui valori che differiscono che il Milan è rimasto deluso. Molto. Theo è stato difeso e protetto sia in ambito sportivo che familiare. Ora toccherà agli arabi di Simone Inzaghi, ai quali Hernandez ha promesso «duro lavoro e impegno», in posa felice e sorridente con la nuova maglia blu".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202512/d6910b755a6a68ad2e896fd55faf59af.jpg)