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Commisso in un mare di debiti? Parla l’esperto: “Le sue aziende sono sane”

Rocco Commisso
Rocco Commisso, fondatore di Mediacom Communications, possiede compagnie in salute. Dagli USA spiegano: “Perdite normali per quel settore”

Daniele Triolo

Qualche giorno fa, in un articolo uscito su 'Business Insider', Rocco Commisso, imprenditore italo-americano che vuole acquisire la maggioranza del Milan da Yonghong Li, è stato definito “”. Una definizione non propriamente rassicurante per i tifosi rossoneri che, nell'ultimo periodo, stanno ingoiando, tra sentenza UEFA ed incertezze sulla proprietà cinese, una serie indigesta di bocconi amari.

A tranquillizzare i sostenitori del Diavolo, allora, è giunto oggi un articolo, pubblicato sull'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport', la quale, dopo aver consultato un esperto statunitense nel settore finanziario, rimasto anonimo, ha spiegato nel dettaglio il perché, leggendo i bilanci delle società di Commisso, escano fuori cifre, negative, così spaventose. “Indebitata di 2,5 miliardi dollari al 31 marzo scorso? Cifra normale, in una compagnia di questo tipo – ha detto l'esperto USA -; se poi si analizza il bilancio si vede che, rispetto al primo trimestre del 2017, sono stati rimborsati 233,8 milioni: un dato molto confortante”.

comprando a prezzi modici più di 20 aziende di tv via cavo nei posti più rurali degli Stati Uniti per creare il suo piccolo impero. Poi, con l'avvento di servizi online come Hulu e Netflix, ed il conseguente calo fisiologico degli abbonamenti alla tv (38% secondo 'Forbes'...), Commisso si è tutelato investendo sulla banda larga, accelerando la velocità di internet in Iowa, Alabama, nelle campagne di New York. Quindi, nel 2000, quotò Mediacom in borsa, cedendo azioni per 1,7 miliardi. Quando, poi, il valore di mercato scese dell'80%, Commisso uscì da Wall Street, nel 2010, e ricomprò l'azienda per soli 600 milioni.

Insomma, un imprenditore lungimirante e di successo. I ricavi della Mediacom Communications, nel 2017, erano stati, ha ricordato la 'rosea', di 1,7 miliardi di dollari, mentre l'utile lordo, a fine anno, ammontava a 712 milioni di dollari. “Ma un altro dato che conferma come le aziende siano in salute – ha sottolineato ancora l'anonimo esperto -, è la liquidità di 264,4 milioni a fine 2017”. E poco importa che la società abbia sede in Delaware perché lì non ci sono tasse statali da pagare: è prassi negli Stati Uniti. Ora, quest'uomo, salvo diversa volontà da parte di Yonghong Li, vuole comprare il Milan: .

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