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Nesta: “Chiedo consigli ad Ancelotti, è il migliore. Italia? Vedremo”

Alessandro Nesta con il Milan nel 2012 (credits: GETTY Images)

Nesta allena il Miami FC, di cui uno dei dirigenti è Maldini. Ecco la sua lunga intervista per la BBC.

Gianluca Raspatelli

Alessandro Nesta inizierà ad aprile il suo primo campionato da allenatore del Miami FC. L'ex rossonero partità dalla seconda divisione della Mls, in un club che due anni fa neanche esisteva. Oggi la BBC pubblica una lunga e interessante intervista all'ex difensore Campione del Mondo.

Ecco le sue parole su Miami: "E' molto difficile iniziare un'avventura in un altro Paese, ad un livello diverso. Cercherò di dare la mia esperienza ai ragazzi, ma non è facile. I due proprietari sono italiani, e per me è un bene. Io vivo qui a Miami da 3 anni e questa è la mia nuova casa. Iniziare qui è un bene per me e per la mia famiglia".

Su come è diventato l'allenatore del Miami FC: "Dopo 10 minuti ho accettato l'offerta di essere il nuovo allenatore, perchè per me Paolo (Maldini) è come un fratello. I proprietari vogliono vincere subito, non importa se è il primo anno. Proveremo a farlo". Maldini è uno dei proprietari del club, ed è stato proprio lui a contattare il suo ex compagno di reparto come allenatore.

Sul fatto che anche Beckham vuole fondare una squadra a Miami: "Perchè no? Perchè no? A Los Angeles hanno due squadre, a New York hanno due squadre e penso che Miami sia abbastanza grande per avere due squadre. Lui è il benvenuto. Ha bisogno di altri due anni per iniziare. Abbiamo 2 anni per costruire qualcosa di interessante prima che inizi. Non so cosa accadrà, ma lui è il benvenuto".

Sulle differenze tra Usa e Italia: "Quando si arriva negli Usa è necessario cambiare mentalità, perchè bisogna guardare i giocatori da un angolo diverso. In Italia i bambini iniziano a giocare da quando hanno 7-8 anni. Qui è diverso: i ragazzi non hanno la base, e a questo punto è difficile cambiare la tecnica, la tattica e le altre cose. Dobbiamo costruire la passione per questo sport. In Italia la passione e il calcio vanno di pari passo, mentre qui per me non c'è grande passione per questo sport. E' su quella che dobbiamo lavorare".

Sul miglior mister da cui è stato allenato: "Il miglior mister è stato Ancelotti. Ci ho lavorato per 8 anni, ed era nettamente il migliore, sia nel modo in cui gestisce il gruppo sia la tattica. Per me è come un padre. Ogni volta che cambia squadra vince qualcosa, e penso voglia fare lo stesso col Bayern Monaco. Ora dovrò chiamarlo ancora di più, perchè ho bisogno di lui".

Su un possibile futuro in Italia: "Non lo so. Ora parto con la Mls. E' molto lontano dal pensare al Milan. Forse cercherò di affermarmi qui e costruire la mia carriera qui. Ma non so cosa accadrà nei prossimi anni. Ora in Italia è tutto difficile perchè non è un buon momento. L'ambizione dei club è la stessa, ma non lo è il denaro, e questo è un gran problema. Non possono spendere troppi soldi, ma vogliono vincere la Champions League tutti gli anni. Senza soldi penso sia impossibile vincerla. Per ora non possono competere con Barcellona, Real Madrid e Premier League: la differenza è troppo grande".

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