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Mirabelli, ecco chi è il ds del Milan scelto da Fassone

Marco Fassone, nuovo AD del Milan (credits: GETTY Images)

Fassone ha scelto Mirabelli come ds del Milan del futuro. Ecco un viaggio nella carriera dell'ex dirigente dell'Inter per conoscerlo meglio.

Redazione

Disponibile, sempre sorridente, ma sopratutto sempre in movimento. Chi conosce bene Massimiliano Mirabelli, lo descrive così. Il futuro direttore sportivo del Milan, da qualche anno capo scout dell’Inter, non si ferma mai. Questa volta, Mirabelli, non sarà costretto a cambiar casa, il trasloco è scongiurato, si sposterà da una parte all’altra del Naviglio. Mirabelli, nato a Cosenza, è partito dalla Calabria e in pochi anni è diventato uno dei dirigenti più apprezzati del calcio italiano.

Si avvicina al calcio da piccolo. Un difensore vecchio stampo, uno di quelli che morde le caviglie degli avversari e non bada a complimenti. Gioca con la maglia del Rende, a pochi passi dalla “sua” Cosenza, conquista un posto in prima squadra nella formazione biancorossa. A 16 anni è titolare in C2, a 26 decide di appendere gli scarpini al chiodo. Il campo gli piace, ma a calzoncini e maglietta, preferisce giacca e cravatta. La carriera da dirigente parte lontano dalla provincia cosentina, a San Calogero nel vibonese. Il progetto è ambizioso, costruire una squadra in grado di abbandonare il campionato di Promozione e puntare subito al salto di categoria. Detto, fatto!

Da San Calogero, torna a Rende. Mirabelli, ha giocato una vita nella società biancorossa e quando assume il ruolo di direttore sportivo, i tifosi tirano un sospiro di sollievo e preparano lo champagne. Il risultato è scontato, il futuro dirigente rossonero costruisce una corazzata e porta il Rende dall’Eccellenza fino alla C1, sfiorando addirittura una clamorosa promozione in Serie B. Dopo aver infranto tutti i record, capisce che non può far di più, ed allora accetta una nuova sfida, riportare il Cosenza (retrocesso in Serie D)  nel campionato professionistico. La società rossoblu veniva da anni bui: fallimenti societari, retrocessioni ed un numero infinito di giocatori e presidenti che provarono, senza successo, a ridare dignità ad una piazza abituata ad altri palcoscenici. La mission è impossible, ma Mirabelli non ha paura ed accetta senza pensarci due volte.

E così, compie il secondo “miracolo” della sua carriera. I “lupi”, soprannome del Cosenza, centrano una doppia promozione, abbandonano la Serie D ed arrivano in C1. La Lega Pro inizia a stare un po’ stretta a Mirabelli, che sceglie (non senza un pizzico di nostaglia) di abbandonare la Calabria per tentare l’avventura al Sunderland, in Inghilterra. Sarà breve la parentesi nel club inglese e dopo aver conosciuto Ausilio, torna in Italia e diventa capo scout dell’Inter.

 Il resto è storia recente, il futuro Amministratore delegato del Milan, Fassone (anche lui ex Inter) ha scelto di affidare il ruolo di direttore sportivo del Milan a Mirabelli. Una scelta a sorpresa, ma ponderata. Mirabelli, infatti, è meno conosciuto di Sabatini, Paratici e Bigon, non rilascia molte interviste, ama la privacy e lavora a fari spenti. Un approccio tipico di chi ha vissuto tanti anni nel calcio di provincia, con budget limitatissimi e costantemente alla ricerca di nuovi e sconosciuti talenti. Dai piccoli impianti sportivi, ai grandi stadi europei e sudamericani, Mirabelli è sempre a caccia degli uomini giusti per la sua squadra.

Profilo basso, telefono sempre a portata di mano, fogli pieni di appunti e sempre sul campo. Difficilmente troverete Mirabelli “rinchiuso” in una camera d’albergo a visionare filmati, lui preferisce il campo. Un uomo abituato alle imprese, e forse per questo Fassone lo ha scelto per dare il via alla rivoluzione rossonera. A lui il compito di rinforzare, già dal mercato di gennaio, una squadra che necessita di innesti di valore. Marco Fassone ha scelto l’uomo giusto? Ancora presto per dirlo, nel calcio contano i risultati, ma una cosa è certa: Mirabelli ama le sfide, sopratutto se difficili.

Fabio Benincasa

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