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Milan, squadra che vince… si cambia: quando la panchina fa la differenza

Yunus Musah e Noah Okafor, giocatori del Milan 01/10/2023 PianetaMilan.it Analisi
Il Milan vince contro la Lazio e lo fa anche grazie ai giocatori subentrati, dimostrando quanta differenza può fare una panchina lunga

Il Milan vola con la forza di 6 vittorie su 7 partite di Serie A giocate. I rossoneri strapazzano anche la Lazio e continuano a rimanere attaccati alla testa della classifica con l'Inter. La sconfitta del derby sembra ormai solo un ricordo e Stefano Pioli sta, pian piano, trovando una quadra sempre più concisa. La sensazione che il gruppo sia sano e coeso si sta rafforzando partita dopo partita, offrendo al pubblico di San Siro, e quello da casa, delle prestazioni da grande squadra.

Sì, perché questo Milan vince anche quando non gioca bene. Lo si è visto prima contro il Verona e poi contro il Cagliari. Letali quando vi sono poche occasioni e pazienti quando vi è da gestire. Insomma, i rossoneri appaiono finalmente maturi. Eppure, la chiara, ed enorme, differenza rispetto alla scorsa stagione non la fa tanto la prova di squadra quanto quella dei giocatori singoli: parliamo, infatti, della panchina a disposizione di Stefano Pioli.


Quando la panchina fa la differenza

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Il primo tempo della sfida contro la Lazio di Maurizio Sarri ha posto diverse domande unite dalla stessa risposta. Ai rossoneri serviva una scossa, un sussulto energico. Questo è arrivato prima da Yunus Musah e poi da Noah Okafor. Lo statunitense ha preso il posto dell'infortunato Loftus-Cheek, speriamo non sia nulla di grave, e ha giocato in modo sapiente. Bravo con e senza palla, puntuale negli inserimenti ed efficace nei passaggi. La sua entrata ha messo in confusione la Lazio, la quale aveva fin da subito preso le misure, facendo saltare il banco tattico messo a punto da Maurizio Sarri.

Okafor, invece, ha sfruttato le proprie caratteristiche, allungando la difesa biancoceleste e dando l'opportunità ai propri compagni di avere maggiori opzioni offensive. Il giocatore svizzero non è Giroud, questo è lampante, ma il suo stile di gioco può rivelarsi fondamentale per scardinare anche le difese più rocciose. In molti hanno già iniziato a reclamare Okafor come attaccante titolare del Milan, ma attenzione, il ragazzo, pur avendo tante qualità, ha ancora bisogno di crescere prima di diventare un centravanti vero.

Concludiamo con Tommaso Pobega. Il classe '99 non è un giocatore appariscente, piuttosto un profilo di grande quantità. Non a caso era un titolare inamovibile di Ivan Juric, uno che i calciatori di gamba li apprezza e li lavora. Pobega può risultare, dunque, molto più importante di quanto si pensi. Non avrà la qualità di Reijnders o gli strappi di Leao, ma ha voglia e caparbietà. In una stagione come questa, piena zeppa di impegni, avere un Pobega in rosa può dimostrarsi vitale. LEGGI ANCHE: I nuovi sorprendono ancora, che lavoro sul calciomercato estivo!

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