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Milan, Berlusconi: “Soddisfatto di essere il presidente che ha vinto di più nella storia”

Silvio Berlusconi (credits: GETTY Images)

In vista del compleanno numero 120 del Milan, l'ex presidente del club Silvio Berlusconi ha lasciato una lunga intervista a Milan TV

Alessio Roccio

ULTIME NEWS MILAN - In vista del compleanno numero 120 del Milan, l'ex presidente del club Silvio Berlusconi ha lasciato una lunga intervista a Milan TV.

Sui primi passi da milanista: "Andavo allo stadio con mio papà e avevo il Milan nel cuore. Come tanti ragazzi avevo fatto del Milan un esempio da seguire come impegno e combattività nel voler perseguire certi risultati. Quando vidi che il Milan era in difficoltà decisi di scendere in campo e da lì cominciò questa bellissima storia. La scintilla? No, fu un incendio. Riuscimmo dopo il primo anno che gestimmo il Milan che c'eravamo trovati a passare ad una campagna acquisti importanti. Decidemmo di prendere Arrigo Sacchi e di formare un gruppo con obiettivi precisi. Facemmo un programma che molti giudicarono eccessivo ed accolsero le nostre previsioni con ilarità. Anche i giocatori pensavano che fossimo pazzi. E invece quel programma fu confermato punto per punto con la vittoria dello Scudetto, la vittoria della Coppa dei Campioni e quella del Mondo a Tokio".

Su Sacchi: "Mi piaceva molto perché era una persona rispettosa, umile e rispondeva con precisione alle domande che gli venivano poste. Accettava le cose che io e Galliani gli dicevamo. In quel tempo in Italia c'era una mentalità difensivista. Noi cambiammo questa filosofia completamente: eravamo una squadra che scendeva in campo per attaccare, tirare in porta, vincere e convincere gli spettatori allo stadio".

Su Van Basten: "Avevo conosciuto le sue gesta attraverso la stampa e la tv. Andai da lui con l'idea di accalappiarlo subito e lui non aveva intenzione di venire in Italia. Dovetti mettere in campo tutte le mie capacità di convincimento e poi scelse di venire e sappiamo come finì".

Su suo papà: "I porto con me i valori in assoluto di un grande papà che ho avuto la fortuna di avere. A lui dedicai la vittoria della Coppa Campioni del 1989".

Sui suoi allenatori (Sacchi, Capello e Ancelotti): "Solo loro 3 sono stati gli allenatori con cui ho lavorato pienamente e raggiunto una totale sintonia. Sia per la filosofica Milan, sia per il modulo, sia per le formazioni che discutevano prima con me".

Conclude: "Quelli che ci eravamo prefissati erano traguardi a cui nessuno credeva. Io sono assolutamente soddisfatto e felice perché grazie alle vittorie di questo grande Milan sono diventato il presidente di club più vittorioso della storia del calcio mondiale. Dovunque io vado c'è gente che mi vuole abbracciare e ringraziarmi per il Milan che abbiamo saputo costruire. Non solo in Italia, ma anche all'estero".

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