Corre l'anno 1984, mese di ottobre, giorno 28: a S.Siro va in scena il derby Milan-Inter. Il Milan, reduce da una doppia retrocessione in serie B, non si aggiudica una stracittadina da ben sei anni: l'ultima vittoria risale infatti alla stagione 1978-79, quella della stella. I nerazzurri passano in vantaggio dopo 10 minuti con un colpo di testa di Altobelli su cross di Rummenigge dalla sinistra. Al minuto 33 Di Bartolomei regala l'1-1 ai rossoneri, scaricando in rete una sponda di testa di Pietro Paolo Virdis. Nel secondo tempo, al 63° l'episodio che decide il match: Franco Baresi interrompe un tentativo di ripartenza interista, serve Virdis, il quale effettua un cross a centro area dalla destra, sul pallone si avventa Mark Hateley. Il suo stacco di testa, proprio all'altezza del dischetto, è fulmineo e la sua elevazione altissima, tanto da sovrastare il suo marcatore Collovati: la palla si insacca nell'angolino alto alla sinistra di Zenga. Un gesto memorabile. Lo stesso Hateley a fine gara dichiara: “Ho visto arrivare quel pallone e mi sono buttato, saltando più in alto possibile”.
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Milan, 32 anni fa il gol di Hateley. E quella coreografia…
Esattamente 32 anni fa Mark Hateley purgò l'Inter con un gran colpo di testa, decidendo il derby. Quest'anno, la Curva Sud gli ha dedicato una coreografia
E' il definitivo 2-1 per la squadra di Liedholm. L'attaccante inglese, nativo di Derby (quando si dice... il destino!) realizza un gol che lo fa entrare di diritto nella storia del Milan: un gol bellissimo, liberatorio per i tanti tifosi milanisti che aspettavano da tanto, troppo tempo una vittoria sui cugini. Prima di allora, da oltre ventotto anni la squadra che per prima passava in vantaggio nel derby si era sempre aggiudicata almeno un punto. Alla fine di quel Campionato il Milan si piazzò quinto, con 36 punti a pari merito con la Juve, mentre l'Inter terza (38 punti) dietro al Torino e al sorprendente Verona di Bagnoli. A riprova di quanto quella rete sia rimasta nei cuori rossoneri va ricordata la coreografia della Curva Sud di S.Siro, in occasione del derby del 31 gennaio di quest'anno, raffigurante proprio quello stacco di testa, entrata di diritto nella galleria delle migliorie gigantografie da curva. Caso volle che il gol del momentaneo 1-0, realizzato di testa da Alex, rievocasse proprio quell'epica marcatura.
Ma chi era Mark Hateley?
Nato il 7 novembre 1961 a Derby (Inghilterra), figlio d'arte, prima di arrivare in Italia militò nel Coventry City e nel Portsmouth (nella seconda divisione inglese). Arrivò al Milan di Liedholm nel 1984, dopo una stagione in cui mise a segno 22 gol con il Portsmouth e fresco del titolo europeo ottenuto con la Nazionale Under 21. E' stato il terzo britannico ad arrivare al Milan in seguito alla riapertura delle frontiere, dopo Jordan e Blissett, e venne chiamato proprio per far dimenticare la deludente esperienza in rossonero di quest'ultimo. A Milano, ad onor del vero, fu meno prolifico rispetto alle aspettative: in tre anni di militanza rossonera (66 presenze tra il 1984 ed il 1987) realizzò appena 17 gol, complici anche diversi infortuni. Nonostante ciò, entrò ben presto nei cuori dei tifosi che ne apprezzavano la grande generosità e lo spirito battagliero che mostrava in tutte le partite. Per queste sue caratteristiche ed anche per l'assonanza col suo cognome, gli fu coniato l’appellativo di “Attila”, ritornato in auge all'epoca grazie al film di Diego Abatantuono “Attila flagello di Dio”.
Durante Torino-Milan della stagione 1984-85 (quella del gol nel derby), si infortunò seriamente ad un ginocchio, rimanendo fuori per diverso tempo e quando rientrò il suo rendimento non fu più lo stesso di prima. Nella penultima giornata del Campionato 1986-87, l'ultimo in Italia, avvenne un altro episodio rimasto nella mente dei milanisti. Hateley andò sotto la Curva Sud tenendo un lenzuolo sul quale era riportato un suo personale ringraziamento a tutti i tifosi: “Grazie a tutti. I love you Milan. Mark Hateley”. Dopo l'esperienza al Milan Mark ottenne diversi successi, prima al Monaco, dove vinse un Campionato e poi ai Rangers, dove ne vinse cinque (oltre due coppe di Scozia e due coppe di Lega). QPR, Leeds, ancora una breve parentesi nei Rangers, Hull City (dove fece anche l'allenatore) e Ross County furono le ultime tappe della sua carriera, per poi diventare dirigente dei Rangers e successivamente commentatore televisivo. Nonostante non fosse un campione eccelso, il suo attaccamento alla maglia e soprattutto quel volo compiuto il 28 ottobre 1984 lo hanno fatto entrare nella leggenda del Milan: e per tutti resterà sempre Attila.
Massimo Iurino
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