"Dopo il pareggio di 'San Siro' contro l'Hellas Verona ultimo in classifica, i rapporti tra Sinisa Mihajlovic ed il Milan sembrano essersi freddati in maniera forse definitiva. Il Presidente Silvio Berlusconi avrebbe, infatti, dato due partite di tempo all'allenatore serbo per riprendere in mano la squadra, e risollevarla: giovedì, a Genova, negli ottavi di finale di Coppa Italia contro la Sampdoria, e domenica, al 'Matusa' contro il Frosinone, il Milan dovrà vincere e convincere. Soltanto così Mihajlovic potrà passare un Natale tranquillo e non a rischio esonero. A meno che, così come si ipotizza nelle ultime ore, Mihajlovic, piuttosto stanco e provato, non decida di porre lui stesso fine anticipatamente alla sua avventura in rossonero, dimettendosi.
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MIHAJLOVIC, dimissioni improbabili: ecco il perché
Nelle ultime ore si stanno rincorrendo le voci che vorrebbero Mihajlovic, stanco e provato, vicino a dimettersi. Ricordiamo cosa disse un paio di mesi fa..
"Un suo passo indietro, però, nonostante possa essere anche compreso in virtù di molteplici ragioni, appare improbabile, soprattutto alla luce di quanto Mihajlovic disse, non più tardi di due mesi orsono, quando il Milan è crollato inopinatamente in casa contro il Napoli: “Dimissioni? Nel mio vocabolario questa parola non esiste - precisò Mihajlovic a 'Rai Sport' dopo la sconfitta contro il Napoli per 4-0 -. Non lo farò mai, ho la mia dignità e il mio orgoglio. Provo a dare sempre il massimo, poi la società deciderà cosa fare. Io proverò a dare sempre tutto, come ho sempre fatto e sempre farò: la scelta di un eventuale esonero spetta alla società, non dipende da me. Quel che è certo è che non darò mai le dimissioni. Con Berlusconi e Galliani sono in debito adesso come lo sarò per tutta la vita”.
"Concetto, questo, ripetuto in più occasioni durante le conferenze stampa tenute a Milanello, dove ha addirittura ribadito a più riprese ai cronisti (l'ultima volta, nel mese di novembre) di non volersene andare a meno che la società non lo obblighi a levare le tende. L'unica cosa che potrebbe, però, far cambiare idea a Mihajlovic, sarebbe un eventuale distonia tra l'allenatore e la squadra: “Prima di cambiare un allenatore, bisogna vedere certe cose, ovvero se la squadra sta o meno con lui oppure se lavora o meno duramente – affermò Mihajlovic lo scorso 25 ottobre -. Se mi accorgessi di qualcosa, sarei io il primo a fare un passo indietro...”. Ma questo Milan, a conti fatti, riteniate giochi contro l'allenatore perché ritenuto scomodo e non gradito, o offra un rendimento palesemente insoddisfacente per via di grave lacune nell'organico?
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