Durante il programma di Top Calcio 24 "Apericalcio" la bandiera del Milan, Paolo Maldini, ha parlato così della situazione della squadra rossonera.
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Maldini: “Fui cercato da due club, ma restai. Il più forte del Milan attuale? Gigio”
Durante il programma di Top Calcio 24 "Apericalcio", la bandiera del Milan, Paolo Maldini, ha parlato così della situazione della squadra rossonera e del suo passato.
SUL DEBUTTO -
"Il debutto con l'Udinese? Non me lo ricordavo, sinceramente (sorride, ndr). Ma grazie ai post sui social network me lo sono fatto venire in mente. Veniamo inondati ogni giorno. Il numero 14? (ride, ndr). Mister Battistini mi chiese dove giocare. È stata una domanda molto particolare per un ragazzo di 16 anni e gli risposi 'dove vuole mister!'. E allora mi mise come terzino destro".
SU LIEDHOLM -
"Liedholm? Nils è stato uno dei miei allenatori preferiti e uno fra i più importanti. Per ricordarlo, lo abbiamo inserito anche nella Hall of Fame in Federazione. Devo ringraziarlo".
SUL SUO RUOLO -
"Destro naturale? Sì, mi sono mancinizzato nel corso degli anni. Mi piaceva utilizzare anche il sinistro. Ho fatto tutte le giovanili come ala destra o terzino destro".
SUL RICORDO PIÙ BELLO -
"Sinceramente è stato proprio l'esordio. Non me lo aspettavo e avevo due ragazzi più esperti di me davanti che sarebbero dovuti entrare. Mi ricordo il momento in cui sono rientrato a casa: da lì capii che avrei potuto fare carriera in Serie A. È stata veramente una favola".
È PIÙ BELLO VINCERE LA PRIMA CHAMPIONS A 20 ANNI O L'ULTIMA DA CAPITANO? -
"Ogni coppa ha avuto un suo significato. La prima è un ricordo indelebile, soprattutto per quello che è successo, dato che nel calcio moderno è impossibile che in una finale lo stadio sia pieno di tifosi della tua squadra. Barcellona ha avuto un ricordo molto particolare. Anche l'ultima è stata bellissima, il bello è che tutto questo è durato 25 anni. Quindi abbiamo distribuito tutte queste vittorie in 20 anni".
SU ALTRE SOCIETÀ CHE LO HANNO CORTEGGIATO -
"Il mercato prima era diverso. Mi arrivarono due offerte a metà degli anni novanta: una dal Chelsea e l'altra dall'Arsenal. In quegli anni il Milan fece due stagioni con qualche problema, ma non ebbi mai intenzione di andare via. Agli incontri per il rinnovo ci dicevamo a vicenda che c'era la voglia di continuare insieme".
MILAN-NAPOLI NELL'88 -
"Per me è stata un'ulteriore prova per capire che avremmo vinto quel campionato. Avevamo fatto una rincorsa straordinaria e giocavamo contro la squadra campione d'Italia, composta da fuoriclasse come Maradona, Careca e Giordano. Eravamo sulla strada giusta per aprire un ciclo vincente sia in Italia che in Europa. In quegli anni Milan-Napoli era la partita più importante".
SU MARADONA -
"Mi ha fatto molto molto ridere alla Hall of Fame. Da avversario è stato sempre leale e seppur veniva picchiato, non reagiva. Lo ricordo con affetto. Il più grande giocatore contro cui abbia giocato? Sia lui che Ronaldo dell'Inter. Van Basten? Meno male che stava con me (ride, ndr)".
SU COSA CAMBIARE NEL CALCIO -
"Un'innovazione potrebbe essere quella del tempo effettivo ed il gol/no-gol che è già stato introdotto. Piano piano la tecnologia potrà aiutare il lavoro degli arbitri".
MILAN-NAPOLI DI DOMANI -
"Sarri assomiglia molto a Sacchi. Il gioco del Milan è diverso da quello del Napoli, ma è divertente e ricco di giovani. Grande merito a mister Montella perché ha fatto un lavoro super. Terzo posto? Deve puntarlo per la classifica e per quello che ha fatto nel girone d'andata, ma il suo obbiettivo reale è l'Europa League. Le più forti sono Juve, Napoli e Roma".
MIGLIOR GIOCATORE DI OGGI DEL MILAN -
"Giocare con Donnarumma in porta diventa difficile segnare per gli avversari. Dagli allenamenti si capiva già che Gigio aveva il talento ed il dono dei grandi giocatori. È destinato ad avere un futuro importante. Anche Locatelli mi ha sopreso molto e Suso si è dimostrato imprendibile".
SU DONNARUMMA -
"Farà la mia stessa carriera? Me lo auguro e se lo augura. Dovrà, però, essere fortunato perché io ho avuto la fortuna di esordire in una squadra in cui c'era spazio per i giovani. Con Berlusconi ho avuto anche modo di giocare per una squadra competitiva".
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