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L’importanza di chiamarsi Jack: Bonaventura è l’anima del Milan

Giacomo Bonaventura, dopo il gol alla Juventus, foto acmilan.com

Mezzala, esterno di centrocampo o d’attacco. Bonaventura è un jolly del Milan, sempre intoccabile con qualsiasi tecnico.

Redazione

In questi due anni e mezzo di avventura rossonera Giacomo Bonventura sta ricoprendo il ruolo di simbolo rossonero e l’etichetta di “anima del Milan” gli calza quanto mai a pennello. Una vera e propria risorsa per la squadra, Bonaventura è passato sotto la gestione di quattro allenatori in questi ultimi trenta mesi, ma con ogni tecnico rossonero la storia è stata sempre una sola: titolare inamovibile.

Da Filippo Inzaghi a Cristian Brocchi, fino ad arrivare a Sinisa Mihajlovic e Vincenzo Montella. Sempre titolare, sempre un simbolo di questo Milan, l’anima del Milan. Bonaventura è stato un vero e proprio colpo di mercato piazzato da Adriano Galliani quando, nel 2014 durante l’ultimo giorno di calciomercato estivo, convinse il presidente Silvio Berlusconi a versare i 7 milioni utili per ingaggiarlo dall’Atalanta. Due anni e mezzo passati al top, “Jack” è sempre uno dei migliori anche quando i rossoneri faticano a portare a casa i tre punti e gli applausi di San Siro (difficili da conquistare) nei suoi confronti ne sono un segno tangibile. Spesso risolutore con gol pesanti, punizioni e assist preziosi in area e dal fondo dell’area, un giocatore a tutto tondo. Insieme a Suso, altro grande talento, è il giocatore rossonero con più classe e con lo spagnolo si intende a meraviglia.

I tifosi amano Bonaventura, perchè il numero cinque del Milan dà sempre tutto sul rettangolo verde di gioco. E quando hai la maglia sudata a fine partita i tifosi ne sono riconoscenti, per questo “Jack” è entrato fin da subito nei cuori rossoneri. Dal suo primo gol nel Milan, quello fatto a Parma nel pazzo 4-5, sono passati ventinove mesi. Tanti, ma il livello di Bonaventura è andato sempre in crescendo. Stacanovista come nessun altro, perché lui alla sua qualità ci aggiunge tanta quantità, preferendo talvolta lo scalpello di Michelangelo al bulino di Canova. Jack sa essere raffinato e grezzo nello stesso momento, come a Doha quando prima ha preso tante botte dai difensori juventini e poi ha timbrato la rete, in una sfida quanto mai importante per tornare a vincere un trofeo dopo ben cinque anni. Ala o mezzala per lui non fa differenza, chi sa giocare bene a calcio lo fa in qualsiasi ruolo del campo e a Montella questo piace molto.

Lui la gavetta l’ha fatta e non è “nato pronto”, per questo il sacrificio ce l’ha nel sangue e i quattro allenatori di questi trenta mesi lo hanno capito bene, rendendolo sempre il fulcro del gioco del Milan. E non è un caso che i palloni passano tutti dai suoi piedi prima di arrivare a destinazione, nell’area di rigore. Per questo Galliani, in accordo con i cinesi, lo ha blindato con un rinnovo quadriennale ad ingaggio raddoppiato. Da questo gennaio percepirà circa due milioni di euro annuali, quanto mai ben spesi per un giocatore che il gioco del calcio ce l’ha nelle vene.

Ruggiero Daluiso

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