Il giorno seguente, infatti, il brasiliano compì un gesto di grande maturità e signorilità: si scusò con Taarabt e lo invitò a pranzo. Un modo elegante per stemperare le tensioni, per ricucire uno strappo che avrebbe potuto incrinare l'armonia del gruppo. Un comportamento che, in fondo, conferma la grandezza di Kakà, non solo come calciatore ma anche come uomo, capace di riconoscere un momento di eccesso e di tendere la mano al compagno.
Le rivelazioni di Taarabt aprono poi una finestra sul clima complesso che si respirava nello spogliatoio rossonero in quel periodo, con la confessione dell'esistenza di "clan" e di divisioni interne riguardo alla gestione di Seedorf. Un contesto che rende ancora più significativa la reazione e il successivo gesto di Kakà, in un ambiente tutt'altro che idilliaco.
Nel giorno in cui celebriamo il talento e la carriera di Ricardo Kakà, questo aneddoto, ripescato dalle memorie di un suo ex compagno, ci ricorda che anche le figure più luminose possono vivere momenti di tensione. Ma soprattutto, sottolinea la sua capacità di superare le divergenze con umanità e signorilità, qualità che lo hanno reso un campione non solo in campo, ma anche fuori.
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