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Sacchi: “Supercoppa, Inter favorita. Il Milan ce la farà solo se …”

intervista Sacchi Milan Inter derby Supercoppa Italiana 2022-2023
Arrigo Sacchi ha provato a giocare in anticipo Milan-Inter, la finale della Supercoppa Italiana di dopodomani a Riyad (Arabia Saudita)

Daniele Triolo

Arrigo Sacchi ha parlato della finale di Supercoppa Italiana tra il Milan di Stefano Pioli e l'Inter di Simone Inzaghi in un'intervista in esclusiva rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport'. Ecco, dunque, le dichiarazioni del 'Profeta di Fusignano' sul derby in programma mercoledì 18 gennaio, alle 20:00 ora italiana, a Riyad (Arabia Saudita).

Milan-Inter, le parole di Sacchi sulla finale di Supercoppa Italiana

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Sulla Supercoppa che può lenire le ferite di Milan e Inter visto che lo Scudetto sembra sfuggito: «Per iniziare, lo Scudetto non è un’utopia: il campionato non è ancora chiuso. Ma è anche vero che il Napoli gioca un calcio d’élite, mentre altre grandi, compresa l’Inter e a volte il Milan, scelgono scorciatoie, si accontentano. Luciano Spalletti insegna che non si può mai puntare sul singolo senza l’aiuto del collettivo. Che è la trama a rendere di successo un film, non gli attori. Anche un’eventuale vittoria in Supercoppa non cambia questa realtà di fondo».

Sulla trama di gioco deludente di Milan e Inter: «L’Inter la trama non ce l’ha, punta quasi tutto sul tatticismo. Sabato giocavano contro una squadra inferiore e, dopo una rete iniziale, hanno lasciato il comando al Verona: è umiliante per i giocatori che devono correre indietro e per i tifosi. Il Milan ha investito negli anni meno dell’Inter, anche perché ha forse più fiducia nelle idee, e l’anno scorso ha compiuto un miracolo. Ora, però, si confronta con la precarietà del successo, come accaduto agli azzurri dopo l’Europeo. Quando vinci inaspettatamente, a volte pensi di essere arrivato ...».

Sul Milan calato perché ha la pancia piena: «A volte sembra così, vedo eccesso di protagonismo. Non parlo solo di Rafael Leão, è una questione generalizzata. Fare le cose a metà non basta, questa squadra può vincere solo se è un collettivo e spesso non lo è stato: si allunga troppo, le punte faticano. Ma al Milan possiamo chiedere meno degli altri».

Sul Milan di questa stagione: «Ha i conti in ordine, mentre giocare dopo aver fatto debiti enormi, come capita a molte altre, non solo all’Inter, significa barare. Il rosso nei conti nasce, però, sempre da un peccato originale: si punta sulla stella per risolvere. Quella costa, mentre il gioco no».

Sull'Inter che ha perso la cattiveria vista contro il Napoli: «Non è una lotta uno contro uno, il calcio ... Il problema è che l’Inter fatica a fare squadra, non c’è al comando un gioco definito a cui affidarsi sempre, che ci si trovi in trasferta o in casa. La vittoria col Napoli è stata pure illusoria: ha dato 3 punti anche se è stata lasciata la palla agli avversari».

Su Romelu Lukaku: «Lukaku è stato protagonista di un’altra Inter: il suo ritorno non si può giudicare ancora ... Ma perché spendere per avere i migliori se poi non si crea, ma si aspetta solo l’errore altrui? Credo che Lukaku abbia il giusto temperamento, ma paghi la sofferenza dell’ultimo anno e mezzo».

Su Charles De Ketelaere: «Entra in campo quasi come un perdente. Confuso. Impaurito. Meglio, però, non dare sentenze definitive: gli stranieri hanno sempre bisogno di tempo. Certo, ora sta soffrendo e si vede».

Sui rinnovi di contratto di Milan Škriniar e Rafael Leão che possono distrarre i due calciatori: «L’avidità non rende l’uomo nobile: questo vale per entrambi. Se hai successo nel calcio, guadagni tanto: è un errore volere più soldi. Meglio tenersi l’amore della gente e stare dove ti stai realizzando».

Sulla squadra per cui conterà di più vincere la Supercoppa: «Per entrambe, ma non si vince certo mercoledì, solo nel giorno della partita. Si vince per il percorso fatto. E il percorso di entrambe quest’anno poteva essere migliore, dare più emozioni. L’Inter ha valori individuali superiori e forse per questo è favorita. Mentre il Milan può farcela solo se ritrova umiltà ed equilibrio».

Sulla sfida in panchina tra Stefano Pioli e Simone Inzaghi: «Inzaghi è in tutto e per tutto un tattico, uno che gioca sull’errore dell’avversario. Pioli lo era, ma si è evoluto, è diventato finalmente uno stratega, con idee e principi come pilastri. Anche se a volte ricade nelle vecchie tentazioni ... A entrambi consiglio coraggio e spregiudicatezza: che vinca chi ne ha di più. Si gioca a un mese dalla finale del Mondiale: facessero divertire solo la metà, avrebbero comunque vinto entrambi». Mercato Milan, doppio colpo in casa Real Madrid: le ultime news >>>

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