Karl-Heinz Rummenigge, membro del Consiglio Direttivo del Bayern Monaco, ha rilasciato una lunga intervista al 'Corriere della Sera'
Karl-Heinz Rummenigge, ex attaccante di Bayern Monaco, Inter e Servette, oggi membro del Consiglio di Sorveglianza del club tedesco, ha rilasciato una lunga intervista al 'Corriere della Sera' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.
Rummenigge: "I giocatori si sono messi in trappola da soli chiedendo più soldi"
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Sui guadagni spropositati dei calciatori: «Perché sono critico verso i calciatori che si lamentano perché giocano troppo? Perché credo che i giocatori si siano messi in trappola da soli, chiedendo sempre più soldi. Quei soldi, in un modo o in un altro devono essere guadagnati dalle società, facendo più partite, che sono richieste dal mercato tv. Ma se ogni anno i giocatori chiedono più salari e gli agenti chiedono soldi anche per fare ogni tanto due chiacchiere, quale società è ancora in grado di guadagnare?».
"La chiave è il salary cap: tutte le parti discutano e trovino una soluzione"
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Su come fare per ridimensionare i costi del calcio: «Come se ne esce? Conosco molto bene il proprietario del Liverpool, John Henry: investe tanto anche nello sport americano e prima del campionato sa che la stagione produrrà comunque degli utili. La chiave è il salary cap, il tetto salariale. Tutte le parti si devono trovare attorno a un tavolo: UEFA, FIFA, Leghe, giocatori, agenti. Bisogna discutere senza emotività e cercare una soluzione che venga accettata da tutti. Ho vissuto il caso Bosman e altri casi legali e so che gli agenti corrono subito a fare causa: questo va evitato».
"Il Presidente della FIFA, Infantino, è disposto ad aprire il discorso"
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Sui passi istituzionali da compiere sul tema: «Ho parlato con il Presidente della FIFA, Gianni Infantino, ed è disposto ad aprire il discorso: anche per lui è importante che tutti siano presenti e coinvolti. Se nessuno toglie il piede dall’acceleratore, il calcio finisce dritto contro a un muro».