Si riconosce ancora in questo calcio? "Per niente. Mai soldi comandano e si costringono i giocatori che, però non si ribellano, a questi tour de force. Ai miei tempi, insieme a Mazzola, Bulgarelli e ad altri colleghi fondammo il sindacato proprio per tutelare i giocatori e assicurare diritti che prima non avevano".
Da sempre a lei hanno dato fastidio i vertici in Figc? "Non essendo appunto un “manovrabile” sono stato tenuto ai margini. Ho avuto ruoli federali solo quando presidente era Abete. Gravina? L’unica volta che ho cercato di contattarlo per capire se potevo essere utile alla nazionale non mi ha neppure risposto".
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