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INTERVISTE

Riva e il ricordo di Pelé: “Lui e Maradona di un altro pianeta”

Riva e il ricordo di Pelé: 'Lui e Maradona di un altro pianeta'
Gigi Riva ex calciatore del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni su Pelé

Emiliano Guadagnoli

Gigi Riva, ex calciatore del Cagliari e della Nazionale, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni su Pelé.

Su Pelé: "Non ho alcun dubbio: Pelé è stato il più grande di tutti, come Maradona perché io li metto sullo stesso piano. Li ho visti da vicino, anche se in epoche diverse, e devo ammettere che io e tutti gli altri siamo dietro di loro, staccati rispetto a quei due".

Sulla miglior qualità di Pelé: "Il controllo di palla, il colpo di testa, l’inventiva, insomma tutto. Sì, perché lui aveva proprio tutto, impossibile trovargli un difetto".

Sul ricordo di Pelé e la finale del 1970: "Non bisognava scoprire Pelé in quella partita. E’ vero, ha segnato un bellissimo gol di testa che è passato alla storia. Noi, però, quel giorno non c’eravamo, perché ci sentivamo cotti mentalmente e fisicamente dopo la famosa semifinale vinta 4-3 ai tempi supplementari contro la Germania Ovest".

Su Pelé fuori dal campo: "Per fortuna lo ho conosciuto fuori e conservo due ricordi bellissimi, anche se molto lontani, di un paio di nostri incontri. In particolare mi impressionò la prima volta che venne a giocare a Cagliari. Dopo una partita amichevole ci trovammo nel ristorante del mio amico Giacomo e mi colpì la sua semplicità. Sorrideva e parlava con tutti, come una persona normale e ricordo che per questo stupì anche i miei compagni quella sera. Non se la tirava per niente. Davvero un bellissimo esempio per tanti altri giocatori meno bravi di lui. Mi colpì così tanto che me lo fece sembrare un sardo, uno vero insomma, incapace di fingere come i sardi".

Sul giocare con lui: "Purtroppo era impossibile, sarebbe stato troppo bello".

Sul trasferimento al Santos con Pelé: "Ci avrei pensato, e conoscendomi sarebbe stato già tanto. Credo che l’amore per la Sardegna alla fine avrebbe prevalso, ma ammetto che almeno un pensierino lo avrei fatto".

Su Pelé e non averlo più incontrato dopo il 94: "Purtroppo no e confesso che mi è sempre dispiaciuto non rivederlo più, perché sarebbe stato bello tornare a parlare con lui come due vecchi amici che si ritrovano dopo tanti anni. Ma forse proprio per questo mi rimane quel bellissimo ricordo del nostro primo incontro qui a Cagliari, alla fine del quale mi regalò la sua maglia gialla del Brasile con il numero 10 che mio figlio Nicola ha ritrovato proprio ieri in un armadio".

Sul risultato di Messico 70: "Penso proprio di sì, perché fino a mezz’ora dalla fine eravamo sull’1-1 e sono convinto che se non fossimo arrivati cotti, dopo quella semifinale con i tedeschi, ce la saremmo potuta giocare con il Brasile. In fondo è quello il rimpianto più grosso della mia carriera e se potessi rigiocare una partita rigiocherei proprio quella. Anche se alla fine, con qualsiasi risultato, Pelé rimarrebbe comunque il più grande, davanti a tutti noi. E per questo sarà impossibile dimenticarlo. Se non fossimo arrivati cotti dopo la semifinale ce la saremmo giocata".

O Rei e Diego: "Lui e Maradona li ho visti da vicino: sono di un altro pianeta".

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