Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato dei rossoneri in un'intervista in esclusiva rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.


INTERVISTE
Capello: “Milan, né Conte né Allegri? Fàbregas!”. Poi sentenzia su Reijnders
Milan, l'opinione di Capello alla 'rosea'
—Sulla nomina di Igli Tare a direttore sportivo dopo settimane di casting: «Ma Tare è una buona scelta. Si parlava di aumentare l’italianità in campo e fuori: Igli è albanese di nascita, ma calcisticamente ormai è uno dei nostri. Certo, arriva un po’ tardi e si trova subito la patata bollente tra le mani (ride n.d.r.)».
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Sulla ricerca del nuovo allenatore: «Mi pare che le cose siano un po’ in alto mare. Ho letto di Massimiliano Allegri, che ora sembra più vicino al Napoli, nel caso Antonio Conte vada alla Juventus. Poi di Vincenzo Italiano, che però potrebbe rimanere a Bologna. La verità? Dall’esterno vedo tutto tranne che idee chiare. E ora toccherà a Tare trovare una soluzione».
Sul tempo che stringe per il Milan: «Assolutamente. Il Milan adesso non deve correre, deve scattare. Ma l’errore è stato già fatto prima, perché sono convinto che se Sérgio Conceição avesse alzato anche la Coppa Italia, dopo la Supercoppa, l’attuale management avrebbe provato a confermarlo. E io dico: può una partita cambiare il giudizio su di un allenatore arrivato cinque mesi fa? Non si fanno così le valutazioni. Credi che Conceição abbia in mano lo spogliatoio e stia facendo crescere la squadra? Lo tieni anche se perde la finale. Viceversa, cambi anche se vince il secondo trofeo. Ve lo ricordate Andrea Pirlo, no? Alla Juve chiuse con due titoli, ma il club evidentemente pensò gli mancasse ancora esperienza o carisma per mantenere la panchina e lo esonerò».
Capello sul Milan nella situazione del Napoli dell'anno passato: «Mi sta chiedendo se anche ai rossoneri servirebbe un tecnico “di garanzia”? Ovviamente sì. Ma se lo stesso Conte non è disponibile e su Allegri ti fai anticipare dagli altri, non è che ne veda poi altri all’orizzonte. Per questo era necessario muoversi prima, avere le idee chiare e agire».
"Il calcio di Fàbregas mi piace: mi sembra sufficientemente pronto"
—Sul nome che lo stuzzica per la panchina del Milan: «Se dobbiamo escludere quelli già menzionati e quindi puntare su di un profilo più emergente, andrei su Cesc Fàbregas. Il suo calcio mi piace, a Como ha fatto vedere cose interessanti. E mi sembra già sufficientemente pronto».
Sul Milan che voleva un allenatore italiano: «Beh, Fabregas ha dimostrato di reggere alla grande la Serie A. E poi, sinceramente, tra i nostri tecnici liberi chi rimane? Di Allegri abbiamo detto, poi sappiamo che Maurizio Sarri non ha un grande rapporto con Tare, dopo l’esperienza insieme alla Lazio. Con gli altri nomi non abbassi la quota di rischio».
Sui tifosi sul piede di guerra: «Rispetto all'anno scorso, dove il Milan veniva da un secondo posto, stavolta il clima è decisamente peggiore, la pressione dei tifosi pesante: tutti hanno la sensazione che nella dirigenza regni la confusione e dopo un’annata così deludente, ciò non è ammissibile. Per questo il compito di Tare sarà particolarmente complicato. E anche il nuovo allenatore, chiunque sarà, dovrà saper convivere con una situazione non certo semplice, almeno all’inizio».
"Se programmi il mercato senza allenatore, parti con il piede sbagliato"
—Su come si può programmare il mercato senza allenatore: «È un altro punto chiave. Il mercato va fatto in sintonia con l’allenatore, altrimenti si parte già con il piede sbagliato. E poi al Milan mi sembra ci siano parecchie situazioni da definire anche per quanto riguarda i giocatori che devono restare o partire».
Su Tijjani Reijnders che potrebbe essere ceduto: «Mi è successa la stessa cosa quando arrivai a Madrid la prima volta. Dissi al Presidente: 'Luis Enrique mi piace tantissimo'. Peccato l’avessero già ceduto al Barcellona (ride, n.d.r.). Io, per esempio, Reijnders non lo cederei mai. Ma in generale, al Milan dovrebbe restare solamente chi ha voglia di farlo tornare grande. E fatemi aggiungere una cosa: spero si dia davvero una chance a Francesco Camarda, dopo un anno in cui è stato tenuto troppo in panchina».
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