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Milan, Scaroni: “La Maura quasi fuori di scena, pensiamo ad altre aree”

Paolo Scaroni, presidente del Milan (getty images)
Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla questione del Nuovo Stadio
Fabio Barera Redattore 

Paolo Scaroni, presidente del Milan, è intervenuto nel corso della 'Milano Football Week', evento organizzato da 'La Gazzetta dello Sport', parlando soprattutto del tema legato al Nuovo Stadio. Di seguito le sue parole a riguardo, riportate da 'TMW'.

Le parole di Paolo Scaroni, presidente del Milan

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Su Spezia-Milan:"Ieri pomeriggio non ero di grande umore, ma è migliorato in vista del derby di martedì. Ho vissuto il periodo travagliatissimo del Milan sportivamente e finanziario del Milan cinese… mancavano sempre quattro soldi per iscriverci al campionati, periodo difficile. E poi questa meravigliosa cavalcata che ci ha portato allo scudetto alla semifinale di Champions: dal Milan c’era da aspettarselo, io non me lo immaginavo".

Sugli obiettivi:"Sono un uomo di numeri. Avevamo scritto di passare il primo turno, il secondo e ora voglio battere l’Inter… mi rendo conto che non è facile, ma il calcio riserva sempre sorprese. Chi di voi avrebbe scommesso che avremmo vinto 4-0 a Napoli? Invece è successo: quando c’è una squadra unita e compatta, che ce la mette tutta, nessun obiettivo è precluso. Per questo resto fiducioso, pur dicendovi che siamo al di là delle nostre previsioni".

Su come viene vissuto il derby:"Andrò al derby allo stadio perché è uno spettacolo meraviglioso anche per un non appassionato di calcio. È un trionfo del calcio a Milano. Spettacoli di questo tipo ci consentono di guadagnare la platea mondiale: su questo dobbiamo fare passi in avanti ciclopici, il derby europeo è un passo in avanti".

Sulla qualificazione alla Champions League:"Per me è un terreno fondamentale per il nostro futuro. Abbiamo tanti tifosi ovunque che devono vedere il Milan in Champions: il Milan in Champions è la conditio sine qua non perché ti tifino. In Indonesia non vendiamo la Serie A, loro ci vedono in Champions League; è un ingrediente fondamentale per nutrire la nostra popolarità".

Sul confronto squadra-Curva:"Avevo già spento la Tv, ma mi hanno detto che è stato un episodio di incoraggiamento che mostra l’attaccamento dei tifosi della curva alla squadra: quando le cose vanno bene sono capaci tutti, quando vanno male...è stata una cosa positiva".

Su Cardinale:“Lui ha un gruppetto di persone che sono portatori di competenze e di esperienze che noi non abbiamo. Elliott era un investitore finanziario che poi ha dato fiducia a Gazidis, oggi ci troviamo un investitore con competenze sportive. Per lo stadio abbiamo un signore portato da Cardinale che ha costruito 40 stadi nel mondo. Mi sento molto rassicurato. Cardinale è un manager internazionale e porta con se questo gruppo di competenti molto utili al Milan”.

Su Pioli:“Ha un contratto fino al 2025. Sono decisioni tecniche che non prendo io, ma a priori non vedo nessun problema. I risultati con lo Scudetto parlano da sé. Io sono un grande ammiratore di Pioli, Maldini e Massara perché impersonano lo stile Milan che vuol dire: noi non ci lamentiamo, non protestiamo, ci comportiamo da gentleman seguendo le regole. Noi ci comportiamo così e i nostri tifosi si comportano così. È un mondo di persone così. Pioli, Maldini, Malssara, Gazidis, Furlani sono gentleman. Gente per bene, ben educata, non c’è quel clima che vedo ogni tanto negli altri stadi e che non appartiene al nostro stile. Pioli non accampa scuse. Siamo colpiti da infortuni in modo inaspettato, come Florenzi, Kjaer, il povero Bennacer… ne abbiamo avute tante. Non lamentarsi mi sembra una prova del nostro stile”.

Su Furlani:“Ha un background di prima classe. Stiamo parlando di persone che in termini di capacità professionali hanno già dimostrato ampiamente. Il rinnovo di Leao ha dei côté finanziari negoziali che non sono semplici, bisogna chiudere dei buchi vecchi… Lui è milanista dalla punta dei capelli a quella dei piedi, ma è capace di distaccarsi e di prendere decisioni non di stomaco ma di testa”.

Sulle difficoltà a costruire lo stadio: “Mi consolo pensando che il nostro paese sia fatto così e non sono l’unico che si è impiantato nel fare questo tipo di costruzioni… Non immaginate che fatica si fa a spiegare le cose Italiane a una proprietà straniera".

Sul vincolo: "San siro è stato costruito nel 1955, quindi nel 2025, una volta compiuti 70 anni, una costruzione viene sottoposta a analisi se merita vincolo come bene storico. È un tema che complica ulteriormente un tema già difficile che ci fa un po’ girare la testa”.

Sull'ipotesi La Maura: “La Maura è quasi fuori di scena. Dico quasi perché a ragion di logica è perfetta, data la sua storia sportiva e le sue dimensioni; oggi è chiusa al pubblico. Si potrebbe fare lo stadio occupando una parte piccola di questi 75 ettari, quindi secondo me il progetto ha una sua logica e non mi sembra che avrebbe un effetto devastante su quell’area. Ci sono vincoli, proteste, opposizioni in consiglio comunale..."

Sul sindaco: "Sala da questo punto di vista è dalla nostra e la pensa come me su La Maura".

Sulle tre aree: "Abbiamo in mente altre aree fuori dal comune di Milano, sempre aree metropolitane del milanese. Ne abbiamo due: una più veloce e una un po’ più lenta. Sicuramente prima della fine di questa decade potrebbe esserci il primo passo nel nuovo stadio…”. LEGGI ANCHE: Inter-Milan, i precedenti con l'arbitro Turpin >>>

 

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