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Pioli: “Leao? Gli consiglio di restare. De Ketelaere, giudizi affrettati”

Intervista Pioli AC Milan
Stefano Pioli, allenatore del Milan, ha parlato alla Gazzetta dello Sport al termine del ritiro dei rossoneri a Dubai (UAE). Le dichiarazioni

Daniele Triolo

Stefano Pioli, allenatore del Milan, ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola al termine del ritiro invernale dei rossoneri a Dubai (UAE). Ecco, dunque, le sue dichiarazioni integrali.

Milan, così Pioli alla 'rosea' di oggi

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Sulla sfida in Serie A contro il Napoli: «Ci crediamo. Sappiamo che il livello si è alzato e che le nostre concorrenti sono fortissime: se il Napoli manterrà questo passo incredibile fino alla fine supererà i 100 punti e dovremo solo far loro i complimenti. Ma anche il Milan ha qualità e determinazione per vincere tutte le partite, in tutte le competizioni. Siamo in corsa su quattro fronti, l’obiettivo è vincere un trofeo».

Sulla Champions League: «La Champions è sempre stata la casa del Milan, è impossibile qui non avvertirne il fascino. Ed è normale essendo l’allenatore di questo club avere l’ambizione di tornare a essere protagonisti in Europa. Possiamo pensare di compiere un altro step solo se tutti insieme alziamo il livello delle prestazioni, della qualità, dell’attenzione. Così potremo superare anche il Tottenham».

Su dove può arrivare il Milan in Champions: «Ho ascoltato Paolo Maldini, giustamente ha detto che con il Sassuolo si è chiuso un cerchio e che ora dobbiamo puntare altri obiettivi. Ed è quello che vogliamo fare: la Champions fa parte del nostro percorso. Per anni il Milan non l’ha giocata, poi l’abbiamo riconquistata, ci siamo rimessi alla prova e siamo usciti ai gironi. Ora abbiamo centrato gli ottavi e se vogliamo fare un passo in più dobbiamo provare a entrare nelle prime otto e poi vedere che succede. Così un altro step sarebbe compiuto e avvinceremmo ancora il traguardo finale: tornare a competere con le grandissime d’Europa per la vittoria finale. In Champions anche un episodio può fare la differenza, come a volte è questione di fortuna. In Serie A è diverso, serve la continuità e vince chi ha meritato di più».

Sul perché il suo Milan sia più forte dell'anno passato: «Siamo più forti perché sono cresciuti tanti singoli. Di conseguenza aumenta il livello collettivo. E poi siamo più consapevoli, sappiamo cosa abbiamo dovuto fare per riuscire a vincere. Abbiamo maggiori sicurezze anche di fronte alle difficoltà: oggi sappiamo come affrontarle».

Sul calciomercato di gennaio: «So che ora cominceranno le domande sul tema ma i nostri acquisti saranno i giocatori che oggi sono infortunati e che recupereremo. Resto assolutamente convinto della qualità del nostro gruppo. E ripeto, al completo abbiamo le potenzialità per vincere ogni singola gara».

Sui tempi di rientro per Mike Maignan: «Ci vuole ancora un po’. Pronto per Salerno? Non credo».

Su quanto ci vorrà per rivedere in campo Zlatan Ibrahimovic: «Dobbiamo ancora aspettare. Zlatan ha un’intelligenza superiore, tornando al Milan si è calato in una realtà che non aveva mai vissuto prima. Non era una squadra già pronta per vincere. Ibra non avrà mai la pancia piena, la vittoria è l’ossessione di tutti i grandissimi e lui lo è. È così che si sveglia al mattino: va dentro le situazioni a cento all’ora e non si ferma finché non ha centrato l’obiettivo. Speriamo di riaverlo presto con noi».

Su Rafael Leao: «Nella maniera più assoluta gli consiglio di restare. Abbiamo fatto tantissimo insieme ma nessuno di noi ha ancora toccato il massimo del proprio potenziale. Rafa ha avuto uno sviluppo incredibile, una crescita esponenziale e continua ma ci sono aspetti in cui può lavorare con ancora più qualità e intensità. Farlo con noi, in un contesto che ormai conosce benissimo, potrà agevolarlo. E poi lo vedo veramente felice. Era qui in vacanza ed ha voluto farci un saluto: non era scontato, è un altro segnale di quanto questi ragazzi stiano bene insieme».

"De Ketelaere è tornato molto più sereno"

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Su Charles De Ketelaere: «Quando alleni ragazzi così giovani l’importante è la base. Faccio un passo indietro: non c’erano dubbi sul fatto che Sandro Tonali o lo stesso Leao avessero le potenzialità per diventare grandissimi giocatori. La cosa più difficile è prevedere quando scatterà quel qualcosa nella loro testa che li porta ad alzare il livello. Dubbi sulle qualità di Charles non ne ha nessuno ma si danno giudizi troppo affrettati. Restando al paragone con Tonali, Sandro è un ragazzo italiano, casa sua era a 50 chilometri da Milano e ha giocato una stagione senza pubblico, quindi con meno pressioni: lo stesso, ci ha messo un anno per compiere il salto e metabolizzare l’impatto. De Ketelaere è qui da quattro mesi, arriva da un campionato diverso, non ha mai vissuto simili attenzioni in vita sua. L’apparenza inganna: è semplice e forte, ma non immune dalle pressioni».

Su De Ketelaere prima punta: «Sì, possibile anche già dalle prossime partite, pensando ai tipi di avversari che incontreremo. Troveremo molte difese schierate a cinque, non dare riferimenti può essere la soluzione e lui ha queste qualità. In generale ha un gruppo intero a sua disposizione per fargli capire le situazioni e l’ambiente. Ora toccherà a me sapere quando spingere o quando preservarlo. Arriverà, ne sono sicuro: gli ha fatto bene l’esperienza al Mondiale anche se ha giocato poco come gli ha fatto bene stare in famiglia: è tornato molto più sereno. Avrà il suo spazio».

Su Theo Hernández e Olivier Giroud delusi dai Mondiali: «Ho tifato per lui e Theo. Li ho sentiti la notte dopo la finale: ho detto che devono essere orgogliosi del percorso che hanno fatto. Olivier si è dimostrato il solito campione che è: in campo e nello spessore umano. E Theo ha fatto vedere quello che io e Paolo continuiamo a dirgli da un po’: che sta diventando il terzino sinistro più forte del mondo. Supereranno la delusione tornando al lavoro con noi con ancora più determinazione verso nuovi obiettivi».

Su Lionel Messi calciatore più forte della storia dopo aver vinto i Mondiali: «Per me ci sono tre leggende in questo sport: Pelé, Maradona, Messi. Appartengono a epoche diverse, non sarei in grado di fare una graduatoria finale».

Sull'obiettivo personale di Pioli nel Milan: «Al mio primo giorno ho sentito qualcosa di speciale. Speravo in un traguardo così e ci ho sempre creduto: il club è stato molto bravo a costruire una squadra forte. L’ambizione è crescere ancora, sappiamo quanto è gratificante vincere e non ci vogliamo fermare qui». Mercato Milan, colpo in arrivo? Ecco la sua richiesta economica >>>

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