Alvaro Morata, attaccante di proprietà del Milan in prestito al Galatasaray, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista nel corso del documentario 'No sabies quién soy', su 'Movistar +', tornando ad affrontare il delicato tema della depressione. Ecco, dunque, un estratto delle sue parole in merito.


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Milan, Morata: “Ero completamente fo***to. Una volta presi un sonnifero …”
Milan, Morata da brividi sulla depressione: "Ero il mio peggior nemico". Poi un retroscena
—Sul periodo buio passato: "La vita è così, devi rialzarti. Non è una situazione nuova, so come gestirla. Non resterò a letto. Ho sbagliato di nuovo, come capita a chiunque nella vita. L’allenatore mi ha detto chi prendere, mi ha detto chi prendere. Sono partito e ho cambiato idea su dove tirare. Ho visto che i portoghesi dicevano al portiere di tuffarsi da qualche altra parte, e ho cambiato idea. Ci sono situazioni che non possiamo controllare, e la vita va avanti".
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Sulla gestione dei momenti difficili in carriera: "Ho sempre dato il massimo. Non posso incolparmi di nulla. I ragazzi che hanno 14 o 15 anni e vedono Lamine a 17 come il migliore al mondo potrebbero sentirsi frustrati. La stabilità di molte persone dipende dai social media. Nessuno ti obbliga ad averli, ma devi assumerti le tue responsabilità, sempre entro certi limiti".
"Voglio che i giovani capiscano che ..."
Su come si esce dai momenti bui: "Ero completamente fott**o. Qualsiasi cosa ti dica è una bugia. Grazie a Dio sembra fatta apposta, ma purtroppo non lo è. Ho gli strumenti e l’esperienza per combatterla. So che ha dato fastidio a molte persone. Devo andare avanti e gestire queste emozioni, il che è difficile. Molte persone hanno opinioni su di me, ma non mi conoscono, non sanno chi sono. Voglio che i giovani capiscano che a volte sono stato il mio peggior nemico. È importante parlare con gli specialisti e con le persone che ti circondano. El Cholo (Simeone) e Luis (De la Fuente) mi hanno sempre sostenuto e sono stato molto fortunato ad averli".
Milan, Morata: "Una volta presi un sonnifero mentre Grimaldo ..."
—Su come se ne sono accorti gli altri: "Rodrigo, Carvajal, il dottor Celada, i fisioterapisti… tutti. Tutti quelli che mi sono vicini. Sanno che si vede quando qualcosa non va. Rodrigo mi racconta che c’è stato un momento in cui stavamo litigando a metà per una partita a ping-pong. Lui lo spiega e lo condivide. E gliene sono grato. A volte si prende il tempo di mandarmi un messaggio, di controllare come sto, e questo è tutto ciò che mi rimane. Ho dovuto affrontare una situazione davanti a tutti, e poi altre da solo. Quandoho preso un sonnifero mentre Grimaldo giocava alla PlayStation, hanno iniziato a capire cosa mi stava succedendo, che ero sotto farmaci. Ma c’erano due momenti: quando ero con i miei compagni di squadra e quando ero da solo".
Sull'aiuto della moglie Alice Campello: "Mia moglie e i miei figli mi incoraggiano a continuare a lottare, ma non si tratta più di questo. So cosa ho passato e lo rifarei mille volte. Sto invecchiando e bisogna riflettere sulle cose, con calma e freddezza. Quando ho sbagliato il rigore domenica, le ho parlato, e quello che bisogna fare è riflettere. Sono impulsivo, e quando si presenta una situazione del genere… Mi succede nel calcio e in altri aspetti della mia vita. Non ero consapevole delle decisioni che stavo prendendo sui media".
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