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Milan, Ibrahimovic: “Non sono mai soddisfatto. Atletico? Crediamoci”

Zlatan Ibrahimovic AC Milan

Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, ha parlato ai microfoni di Prime Video. In primo piano la gara contro l'Atletico Madrid

Salvatore Cantone

Zlatan Ibrahimovic, calciatore del Milan, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Prime Video. Ecco le parole di Ibrahimovic del Milan: "Abbiamo giocato bene contro l'Atletico fino al momento in cui siamo rimasti in dieci ed è difficile giocare in inferiorità, soprattutto in Champions dove ti trovi a fronteggiare le squadre più forti d'Europa. Abbiamo fiducia e sappiamo quanto siamo bravi. Siamo concentrati, ci proviamo".

Su Simeone: "Simeone è un grande allenatore e ha fatto grandi cose con l'Atletico Madrid. Trasuda tante emozioni, una grande mentalità e un atteggiamento vincente. Il suo carattere mi fa effetto e mi stimola. Quando hai persone come lui in panchina è un vantaggio. Se ci ho mai parlato? Ci siamo visti una volta a Formentera, ci siamo salutati, ma niente di più".

Sullo spogliatoio: "Parlo tanto, sento di avere responsabilità. Non programmo quello che faccio. Non è che arriva qualcuno a dirti che sei un leader. Lo sei automaticamente. Ognuno prende le sue responsabilità e chi si sente di parlare per spingere e dare coraggio alla squadra lo fa. Arriva tutto naturalmente. Quello che dico io ai compagni dentro lo spogliatoio non è programmato, è tutto spontaneo. Porto la mia esperienza ai ragazzi per farli crescere velocemente, ma dipende molto da loro".

Sulla sua mentalità: "Ho un problema. Non sono mai soddisfatto e voglio sempre fare di più per sentirmi vivo e presente. Non voglio essere qui per qualcosa che ho fatto in passato. Voglio essere qui per quello che sto facendo ora. Mi piace lavorare, mi piace soffrire e mi piace questo mondo che vivo. Con l'età le cose cambiano, ma chi è intelligente sa adattarsi. Tutti nella vita hanno sogni e una visione. Ma per arrivare serve tanto, bisogna crederci, fare sacrifici e soffrire perché il successo non arriva automaticamente. Dipende tutto da noi. Nessuno credeva in me in quello che facevo, ma non mollavo e avevo la convinzione di essere il più bravo di tutti. Questa mentalità mi ha portato avanti. Tutto è possibile e tutto dipende da noi. Io? Ho fatto il massimo e sono arrivato quasi dal nulla. Non dico che non potevo mangiare, ma la mia condizione non era come quella degli altri". Le Top News di sul Milan: Leao non al meglio, Vlahovic rimane un obiettivo

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