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Milan, Fassone: “Abbiamo avuto poco tempo. Su Yonghong Li…”

Renato Panno

MILAN NEWS - Marco Fassone, ex amministratore delegato del Milan, ha parlato della sua esperienza rossonera. Ecco e sue dichiarazioni

MILAN NEWS - Marco Fassone, ex amministratore delegato del Milan, ha parlato della sua esperienza rossonera. Ecco e sue dichiarazioni rilasciate ai microfoni di 'Calciomercato.com':

Sull'esperienza al Milan: "Diciamo che il modo sarebbe potuto essere diverso. E’ logico che quando arriva una nuova proprietà scelga uomini di propria fiducia, ma essere stato licenziato un’ora dopo aver ottenuto dal Tas la riammissione alle Coppe europee è stato doloroso. La mia opinione è che avremmo potuto evitare di finire davanti ad un giudice per arrivare ad un accordo. In tanti anni mi sono trovato nelle condizioni di licenziare dei dipendenti, ma ho sempre preferito evitare il tribunale. Sarebbe stato opportuno anche questa volta".

Sul progetto non andato a buon fine: "Al Milan il progetto era triennale, con l’obiettivo di conquistare da subito il terzo o quarto posto. Nel primo anno abbiamo fatto una campagna dispendiosa per rafforzare la squadra in ogni reparto. Il secondo ci sarebbe servito per correggere il tiro laddove ci fosse stata la necessità. Il terzo per integrare la rosa".

Sulla campagna acquisti del 2017: "Con il senno di poi sarebbe stato meglio fare qualche acquisto in meno e dare un po’ di qualità in più. Ricordo, però, che avevamo una difesa fortissima con Conti, che poi si infortunò lungamente, Bonucci, Romagnoli e Rodriguez con in porta Donnarumma".

Sui risultati che non arrivarono: "Non è vero. Con Gattuso, che sostituì Montella, facemmo un ottimo girone di ritorno, una media da terzo posto assoluto. E ricordo che a gennaio non potevamo prendere nessuno avendo speso duecento milioni in estate".

Il primo anno di una nuova gestione è spesso così: "Certo. La Juve del 2010 con Marotta e Paratici arrivò settima. Oggettivamente non c'è stato tempo. Io credo che in tre anni avremmo potuto raggiungere obiettivi importanti".

Sui duecento milioni spesi: "Per la verità ne realizzammo anche 60 vendendo dei giocatori che non erano esattamente dei gioielli della squadra".

Sull'addio improvviso di Yonghong Li: "Abbandonò perché si rese conto che non era in grado di saldare il rimborso del debito con Elliott che scadeva ad ottobre. Eravamo in primavera e la sua ricerca di soci fu vana. Allora a luglio non pagò una rata da 32 milioni e il Milan andò a Elliott".

Su come Yonghong Li arrivò a cercarlo: "Non lo so. So solo che una domenica di agosto del 2016 squillò il telefonò e mi venne proposto un incontro a Milano, perchè con il precedente interlocutore, che si stava occupando della trattativa di acquisto del Milan, i cinesi avevano interrotto i rapporti. La mia avventura partì così fino al closing dell’estate successiva".

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