Sul Milan che vuole tornare ad essere più italiano: «Se il Milan deciderà di investire su profili italiani, dovranno prima di tutto essere da ... Milan. La qualità fa sempre la differenza. Ma diciamo così: a parità di qualità, io andrei sempre su un italiano».
Sul Milan degli Invincibili di Capello negli anni Novanta con tanti italiani: «Beh, per cominciare la difesa era tutta azzurra. Lo dico sempre: abbiamo costruito una casa magnifica perché avevamo delle fondamenta incredibili. Baresi, Maldini, Costacurta, Tassotti, Filippo Galli: tutti italiani, quasi tutti figli del settore giovanile. E poi Albertini, Donadoni, Massaro .... Avevamo Palloni d’oro, ma l’ossatura era italianissima. E gli italiani erano un punto di riferimento per tutti: per i nuovi arrivati, per gli stranieri che si univano al gruppo dopo ogni mercato, per me in panchina naturalmente».
"Milan, cos'è successo quest'anno? Io onestamente non lo capisco"
—Sul discorso che valeva, allo stesso modo, per gli spagnoli al 'Bernabéu' con il Real Madrid: «Certo. Mi viene in mente Raúl: grande campione ma prima di tutto madridista, al 110%. Era un trascinatore assoluto, in campo e nello spogliatoio, perché sentiva il legame con il club in maniera speciale. E come lui gli altri spagnoli. Chi arriva al Real capisce subito dopo si trova: sei nel club più grande al mondo, ma sei anche in una squadra che è un tutt’uno col suo Paese».
Sulla stagione deludente del Milan figlia dell'ingaggio di quasi tutti stranieri: «Io onestamente non capisco cosa sia successo. Eppure la strada sembrava stata tracciata qualche anno fa: il Milan che ha vinto lo Scudetto nel 2022 aveva un allenatore italiano, Pioli, e in campo colonne come Tonali, lo stesso Calabria o Romagnoli. Anche Donnarumma ha fatto un grande percorso in rossonero, contribuendo alla risalita che ha riportato la squadra in Champions dopo una vita lontano dal torneo più importante d’Europa. Un torneo nel quale il Milan è storicamente di casa».
Sul blocco azzurro come chiave per fare strada anche nelle coppe: «Giocare per l’Inter, il Milan, la Juventus in Europa, da italiani, significa tantissimo: per prima cosa, difendere anche i colori del proprio Paese a livello internazionale».
Sui tanti giocatori italiani che i 'rumors' di calciomercato accostano al Milan: «Ma preferisco non soffermarmi sui singoli. Non è il mio lavoro, è il lavoro che spetterà al prossimo direttore sportivo rossonero, altra figura importantissima della quale un grande club non può fare a meno. Sono felice che se ne siano resi conto anche al Milan, finalmente. Quello che posso dire, senza ombra di dubbio, è che oggi ci sono giocatori italiani, anche nel giro della Nazionale, che starebbero benissimo al Milan. E che qualcuno di talento, i rossoneri ce l’hanno già tra le mani ...».
Su Francesco Camarda: «Ripeto: il mio Milan era pieno di campioni italiani cresciuti in rossonero. Camarda ha il potenziale per fare grandi cose: merita spazio, anche in Prima Squadra. In Spagna succede, anche nei grandi club ...». LEGGI ANCHE: Incredibile Milan, salta Paratici: non sarà il direttore sportivo. I motivi >>>
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