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Milan, la stoccata di Braida: “Le partite non si vincono con gli algoritmi”

Ariedo Braida Cremonese
Ariedo Braida, ex dirigente rossonero, ha rilasciato alcune dichiarazioni soffermandosi sul momento attuale del Milan
Fabio Barera Redattore 

Ariedo Braida, ex dirigente rossonero, ha rilasciato alcune dichiarazioni a 'Numero Diez', soffermandosi sul momento attuale del Milan e parlando anche degli algoritmi. Ecco, dunque, le sue parole a riguardo.

Braida: "Ritengo di avere la cultura da Milan"

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"Il Milan si è complicato e, in generale, si sta complicando la vita di parecchio… Bisogna cercare di fare un’analisi molto più profonda e serena. Molte volte si cerca di scaricare le responsabilità sull’allenatore. Ma bisogna valutare attentamente i singoli giocatori a disposizione di un allenatore, in questo caso Stefano Pioli. Per stare ad alto livello, si vogliono dei valori che sappiano sopportare il peso del ruolo che ricoprono e della maglia che portano. Sono stato al Milan per tantissimi anni. Ritengo di avere la cultura da Milan. So cosa serve a una grande squadra. I giocatori non sono tutti uguali anche se, a volte, si parla di un giocatore fenomenale grazie a una prestazione positiva, salvo poi ritenerlo inadeguato quando fornisce una gara non positiva. Bisogna imparare a capire il valore dei calciatori, perché a questi bisogna dare un valore. Se si fa un’analisi serena sui giocatori attraverso schede accurate, allora si può capire e dare delle giuste valutazioni".


Braida: "Gli algoritmi sono numeri, ma l'uomo non è un numero"

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"Ci vuole una certa competenza. Il calcio non lo conoscono tutti. Si parla sempre di algoritmi: gli algoritmi sono numeri, ma l’uomo non è un numero. Le partite non si vincono con gli algoritmi, a mio avviso. Si vincono con giocatori che vanno guardati e analizzati. Tutti possiamo sbagliare nel dare un giudizio su questo o quel giocatore, però, ci sono dirigenti sportivi e allenatori che fanno questo mestiere da tanti anni e che decidono. Altri, invece, ricoprono ruoli senza avere le competenze per farlo. Certe realtà funzionano perché hanno guide forti e capaci. Poi, il calcio è un po’ ciclico. Società come il Milan, l’Inter o la Juve possono vincere per tanti anni, ma poi hanno degli anni un po’ altalenanti, perchè finisce il ciclo di alcuni giocatori iconici e carismatici di un gruppo, che bisogna ricostruire. E a volte si fatica sotto questi aspetti. All’interno di questo Milan ci sono giocatori che fanno fatica a giocare in grandi squadre, perché non sono a livello per giocare in squadre di vertice, che lottano per vincere grandi obiettivi come la Champions League". LEGGI ANCHE: Le probabili formazioni di Milan-Frosinone: Pioli punta su Bartesaghi >>>

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