Sui suoi due gol, il primo su rigore e il secondo con una grande azione: «Un grande assist di Brocchi, con io che taglio tra Zago e Cafu prima di segnare di esterno sinistro, da attaccante vero (ride, n.d.r.)».
Sulla festa 'doppia' al ritorno, con la Champions vinta contro la Juventus a Manchester: «Giocammo tre giorni dopo la finale di Manchester, con due giorni di festa e due allenamenti nelle gambe. Il primo tempo eravamo sotto 2-0 perché mentalmente e psicologicamente eravamo spremuti dal match con la Juve. Contro una Roma che era forte, qualche paura ci venne, ma poi Rivaldo e Inzaghi chiusero il discorso».
Su Milan-Bologna di domani: «Il Milan ha confermato di essere una grande squadra che però nell’arco dei novanta minuti ha degli alti e bassi, dei black out che non puoi permetterti. Purtroppo è tutta la stagione che il problema si ripete e il rischio tra un paio di settimane è quello di ritrovarsi fuori dalle prime quattro in classifica per uno-due punti. Spero ancora nella rimonta Champions, ma non è facile».
Sul Bologna: «Squadra pericolosa e organizzata, che è reduce da una stagione nella quale ha mostrato un bel calcio. Ha una mentalità e un modo di giocare offensivo: il Milan ne ha avuto conferma per oltre un’ora venerdì».
Su cosa dovranno fare domani i rossoneri per vincere: «Esprimersi 100%. Un Milan all’80% non basterà per vincere. Serve una prova con l’intensità mostrata venerdì, quando c’è stata la rimonta».
Sul Milan che trasmette più sicurezza con il passaggio al 3-4-3: «Conceição è bravo e ha dovuto risolvere diversi problemi con il poco tempo che da gennaio in poi ha avuto per lavorare. Al Milan se non vinci è normale essere criticati, ma chiudere questa stagione con due coppe non sarebbe un brutto risultato».
"Castro è forte, mi piace tanto anche Orsolini"
—Sui giocatori che teme nel Bologna: «La linea offensiva: contro quei quattro là davanti non puoi distrarti perché se dormi, ti puniscono. Castro è forte, ma mi piace tanto anche Orsolini».
Su chi può decidere nel Milan: «Pulisic ha avuto un calo tra febbraio e marzo, ma adesso è di nuovo in forma. E poi Leão, che per me è il giocatore più decisivo della rosa: i suoi numeri parlano chiaro».
Su cosa è fondamentale in una finale: «Trovare le motivazioni è facile, ma la cosa più complicata è gestire la tensione: se ne hai troppa, ti ruba energie e può diventare il tuo vero nemico. Bisogna pensare che in fondo... è solo una partita di calcio. Ancelotti era bravissimo a preparare la squadra per le finali e ci trasmetteva tranquillità. Lo ha fatto alla grande a Manchester e a Atene. Gattuso, Pirlo e Nesta sentivano di più le finale e magari la notte prima dormivano poco e male. Noi brasiliani invece eravamo più tranquilli. Per indole direi... Il fenomeno Ronaldo per esempio prima di una finale era sereno come se giocasse un’amichevole».
Sul messaggio che vuole mandare al Milan per domani: «Fate come noi e riportate la Coppa Italia a Milano dopo ventidue anni. Niente pronostici, ma io ho fiducia nei rossoneri». LEGGI ANCHE: Boban: “Scaroni, Furlani, Ibra e il ritorno di Maldini: ecco cosa vi dico” >>>
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