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L'intervista di Massimo Ambrosini (ex centrocampista AC Milan) in vista di Milan-Bologna, finale di Coppa Italia | News (Getty Images)
Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan e oggi commentatore tecnico per 'DAZN', ha vinto la Coppa Italia con i rossoneri nel 2003 e ha rilasciato un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola sulla finale che il Diavolo di Sérgio Conceição disputerà mercoledì 14 maggio alle ore 21:00 allo stadio 'Olimpico' di Roma contro il Bologna di Vincenzo Italiano. Ecco, dunque, le dichiarazioni dell'ex capitano del Milan.
Su cosa ha detto Milan-Bologna 3-1 di campionato di venerdì: «Che la finale sarà equilibrata e che il Bologna dovrà avere un’attenzione estrema, altrimenti verrà punito dalle individualità del Milan».
Su Conceição specialista in rimonte: «Il Milan ha un modo diverso di stare in campo rispetto a prima. Mentalmente è migliorato tanto».
Sul k.o. di 'San Siro' che rischia di pesare per il Bologna: «No. In finale si azzerano tutti i pensieri su passato e futuro. L’unico obiettivo è alzare la coppa».
Sulle differenze tra il match di Serie A e la finale: «Il Milan venerdì aveva la testa più libera del Bologna, in corsa per la Champions League. La Coppa Italia invece è un obiettivo comune: non so chi avrà più pressione, ma il carico emotivo ci sarà per tutti».
Sul Milan più abituato a giocare le finali: «Indubbiamente sì. Ai calciatori del Bologna lottare per un trofeo porterà emozioni nuove ed eccitazione. Sono fattori che possono condizionare».
Sulla partita che si aspetta dal punto di vista tattico: «Il Bologna disputerà la gara di sempre, fatta di intensità, coraggio, pressione e duelli a tutto campo: Italiano non cambierà il suo calcio. Se il Milan pareggerà il livello di intensità dei rossoblù, ha individualità superiori che possono decidere».
Su qual è la sua favorita per mercoledì: «Il Bologna ha acquisito uno status importante battendo Inter, Milan, Lazio, Roma e Atalanta e pareggiando contro Napoli e Juventus. Mercoledì Italiano affronterà i rossoneri a viso aperto, chiedendo ai suoi di difendere correndo in avanti. È il calcio che vorrebbe vedere con più continuità anche Conceição, ma ci vogliono tempo e lavoro per insegnarlo».
Sul 3-4-3 modulo giusto per il Milan: «La squadra adesso ha una quadratura e un’energia migliore rispetto a qualche mese fa. Il Milan ha sempre avuto una rosa forte, ma un contesto collettivo oliato esalta le qualità dei singoli: è il caso di Rafael Leão e Theo Hernández, ma anche di Tijjani Reijnders e Fikayo Tomori».
Sul recupero di Dan Ndoye che può essere un fattore: «Ndoye è molto forte e nel Bologna alza il livello qualitativo. È un gradino sopra gli altri, anche se pure Nicolò Cambiaghi, Riccardo Orsolini e Benjamín Domínguez sono bravi».
Su Orsolini già a quota 13 gol in Serie A: «A livello di continuità è definitivamente esploso e mi sembra più sereno e consapevole rispetto al passato. La tranquillità ti permette di fare la scelta giusta e ora lui prende spesso le decisioni migliori».
Sui possibili protagonisti della finale in maglia Milan: «Punto su Reijnders perché ha le caratteristiche fisiche per creare problemi con il suo dinamismo e la sua capacità di inserirsi nel momento giusto».
Su chi sarà titolare tra Santiago Giménez e Luka Jović: «Jović ha dei colpi ed è bravo. Ma in questa stagione, complici gli infortuni, non è stato continuo. Per essere il centravanti del Milan ci vuole costanza di rendimento. Giménez è arrivato a gennaio e ha avuto un problema fisico. Ha giocato poco per dare un giudizio definitivo, ma nelle ultime giornate è cresciuto».
Sul giudizio che avrebbe del Bologna 2024-2025 in caso di vittoria mercoledì: «Anche se non arrivasse in Champions e perdesse la Coppa Italia, la stagione del Bologna sarebbe di livello assoluto. Considerando il cambio di tecnico, le partenze di Riccardo Calafiori e Joshua Zirkzee, la Champions e i risultati con le grandi, il Bologna ha fatto un grande campionato».
Sul giudizio che avrebbe del Milan 2024-2025 in caso di vittoria mercoledì: «Troppe volte non ha sfruttato l’occasione per mostrare le proprie qualità. Non ci si può accontentare di due coppe se poi non si compete per l’obiettivo minimo del club, il quarto posto in campionato».
Sulla vittoria della Coppa Italia 2003 con il Milan: «Segnai nella finale d’andata vinta 4-1 all’Olimpico contro la Roma e mi arrabbiai perché presi un giallo che mi fece saltare il ritorno quando festeggiammo la Coppa Italia e la Champions». LEGGI ANCHE: Calciomercato Milan, per la fascia sinistra la mossa che spiazza tutti >>>
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