"Nelle ultime settimane quella che dovrebbe essere un’ovvietà è stata messa in discussione dalla decisione della Liga e della Serie A di disputare incontri di campionato al di fuori dell'Europa, negli Stati Uniti e in Australia. Quando ho sentito la tesi secondo cui giocare una sola partita di campionato fuori dall'Europa su 380 partite totali sarebbe innocuo, non potevo essere più in disaccordo. Una sola partita di campionato al di fuori dell'Europa è già una partita di troppo. Non si tratta di un semplice problema di programmazione. È una questione di principio, non di numeri. I club si basano sulla lealtà e sull'impegno dei tifosi e delle comunità, molti dei quali fanno grandi sacrifici personali per sostenerli in ogni circostanza. Privarli delle partite non è innovazione ma tradimento della fiducia. E questo è letteralmente un caso di "privazione".
"È un bene pubblico e uno dei legami più forti che ci tiene uniti come Europei. Milioni di persone in tutta Europa condividono i miei sentimenti e le mie convinzioni. Per loro il calcio significa appartenenza, portare i figli allo stadio, incontrare amici e condividere qualcosa tra generazioni. Il calcio non è solo un prodotto e i tifosi non sono meri consumatori o clienti, ma una parte essenziale della comunità. Una comunità senza la quale il calcio europeo non sarebbe quello che è oggi".
Micallef: "Il calcio europeo appartiene all'Europa"
—"Ciò che è in gioco qui è proprio l’integrità del modello sportivo europeo, che è fondato su club forti e basati sulla comunità. Senza la comunità, il modello crolla. Portare le partite di campionato nazionali fuori dall'Europa significa minare il cuore stesso del calcio europeo. L'aspetto territoriale delle competizioni è un principio cardine. Questo è il primo importante banco di prova per la governance dello sport dopo i tentativi falliti da parte di alcuni dei principali club europei di costituire una Superlega. I tifosi avevano ragione allora, e ce l’hanno anche oggi: il calcio appartiene a loro. Se si trattasse del mio club locale, sarei tra i primi a protestare per far sì che il messaggio arrivi chiaro: questo non deve accadere. Perché, in fondo, è semplice: le competizioni europee devono essere giocate in Europa. Non ci sono obiezioni a che altre competizioni siano disputate al di fuori dell'Europa, ma le partite di campionato nazionali sono un altro paio di maniche".
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"In preparazione della comunicazione della Commissione europea dal titolo "Una visione strategica per lo sport in Europa: rafforzare il modello europeo dello sport", a settembre sarà avviata una consultazione pubblica. Spero che i veri tifosi di calcio in Europa facciano sentire la loro voce. Il calcio europeo appartiene all'Europa".
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