Pianeta Milan
I migliori video scelti dal nostro canale

PIANETAMILAN news milan interviste Kaladze: “Quando hanno ucciso mio fratello, il Milan mi ha dato la forza”

INTERVISTE

Kaladze: “Quando hanno ucciso mio fratello, il Milan mi ha dato la forza”

Kakhaber Kaladze AC Milan
In un'intervista a La Gazzetta dello Sport l'ex Milan Kaladze, oggi sindaco di Tbilisi (capitale della Georgia), si è raccontato a 360 gradi
Redazione PM

L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport riporta una bellissima intervista a Kakhaber Kaladze. L'ex difensore del Milan oggi è sindaco di Tbilisi, capitale della sua Georgia, e si è raccontato a 36o gradi. Dal figlio Levan - giovane calciatore - all'esperienza in rossonero, dal fratello ucciso all'attuale esperienza in politica. Di seguito, si riportano le sue parole.

L'intervista di Kaladze a La Gazzetta dello Sport

—  

Sul figlio, che ha appena esordito in Georgia tra i professionisti: "Sono orgoglioso e felice perché lui ama il calcio e aspettava questo momento. Vedremo cosa gli riserverà il futuro, ma la voglia di diventare calciatore ce l’ha: deve lavorare e impegnarsi al massimo se vuole riuscirci".


Il suo cognome peserà molto per il figlio? "Non lo so. Di certo da lui tutti si aspetteranno molto. Dalla sua parte avrà l’aiuto di un padre che come giocatore ha vissuto anni nel mondo del pallone. Tra l’altro, facevo il suo stesso ruolo, centrale di sinistro e anche terzino sinistro. Qualche consiglio posso darglielo".

I due si assomigliano: "Parecchio perché fisicamente è molto grande, un metro e novanta a sedici anni. Tecnicamente con il sinistro è bravo, ma può e deve crescere. Spero che diventi ancora più forte di me: lo so che non è facile, ma se ci mette sacrificio e impegno, carattere e voglia di fare, con un briciolo di fortuna, può arrivare al massimo".

Il ricordo del fratello Levan

—  

Il figlio si chiama Levan, esattamente come il fratello di Kakha, ucciso quando giocava al Milan: "Quella che è accaduta a mio fratello è stata una cosa terribile: ha fatto soffrire tremendamente la mia famiglia e ha distrutto il mio primo anno al Milan. La notizia del suo rapimento (nel 2001, ndr) e poi della sua morte (accertata nel 2006, ndr) sono stati dolori che porterò dentro tutta la vita. Non riesco a darmi pace per ciò che è successo a mio fratello".

Ma lui ha trovato la forza per andare avanti: "Non so dove ho trovato la forza, ma mi ha aiutato tantissimo essere al Milan e avere accanto un gruppo di ragazzi eccezionali. E poi di carattere sono forte e sapevo che se fossi caduto io, la mia famiglia sarebbe stata travolta. Sono andato avanti e abbiamo superato questo dramma. Il fatto che mio figlio porti il nome di mio fratello fa vivere in me ancora di più il suo ricordo".

L'attuale impegno in politica

—  

Ora è molto impegnato, essendo sindaco di Tbilisi. Riuscirà a seguire il figlio? "Il tempo lo trovo anche se amministrare la capitale del mio Paese, una città di un milione e mezzo di abitanti, è complicato. Nel calcio come nella politica, uno da solo non può far niente. Neppure se è Ronaldo... Serve una grande squadra di persone che lavora con te e, sotto questo aspetto, sono stato fortunato. Ecco perché ho deciso di candidarmi per il terzo mandato alle elezioni del 4 ottobre e sono convinto di vincere anche questa battaglia: con il nostro partito, Sogno Georgiano, vogliamo far crescere la nostra capitale e il nostro Paese".

Il suo punto vista sulla vicina guerra tra Ucraina e Russia: "La situazione nella nostra regione è preoccupante, ma più in generale mi preoccupa quello che sta succedendo nel mondo, tutti gli altri conflitti che ci sono e portano morte e distruzione. Noi come Georgia siamo parte dell’Europa e stiamo facendo il possibile perché la guerra finisca". Il suo paese ha accolto molti migranti ucraini: "Alcuni sono arrivati e sono rimasti qua, altri sono nelle città vicine. Vivono una situazione terribile: alcuni hanno perso i familiari, la casa e tutto ciò che avevano. Mi auguro che la guerra finisca presto".

Sindaco o difensore. In quale ruolo è più a suo agio? "Fare il sindaco è un impegno importante: le responsabilità sono tante, ma quando riesco a fare cose belle per la città e gli abitanti sono contenti, provo una gioia grande come quando vincevo con il Milan".

Le dichiarazioni sul suo Milan

—  

Un messaggio a Franco Baresi: "Me lo hanno detto (del suo stato di salute, ndr) e spero che Franco si riprenda presto. Sono al suo fianco e gli voglio bene".

I ricordi in rossonero: "Eravamo un gruppo eccezionale e siamo rimasti amici a distanza di tempo. Giocare in quel Milan per me è stato un orgoglio e una soddisfazione incredibile. Grazie al presidente Berlusconi, a Galliani e a Braida si era formata una famiglia e noi dovevamo pensare solo a giocare: per tutto quello che succedeva fuori dal campo, loro c’erano. Mi hanno aiutato anche con la vicenda di mio fratello. Il Milan per me sarà sempre una seconda casa, non solo un club con una storia eccezionale alle spalle". La Champions vinta che preferisce: "La seconda ci ha permesso di vendicare la sconfitta di Istanbul contro il Liverpool, ma la prima è stata qualcosa di eccezionale perché nel gruppo c’erano diversi giovani che non avevano mai provato un’emozione del genere. Battere la Juve a Manchester è stato un qualcosa di unico e buona parte del merito è stata di Ancelotti, una persona speciale".

Da ultimo, un commento sul nuovo Milan di Allegri: "Allegri è un vincente e Modric un fuoriclasse. Al Milan auguro di tornare in Champions, che è la casa del Milan, e poi di vincere di nuovo. Anche se sono lontano, io sarò sempre milanista".