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G. Galli: “Capello stratega, adoravo Kakà. Vi racconto due retroscena”

Giovanni Galli, ex portiere del Milan dal 1986 al 1990 (credits: violaovunquenews24.it)

MILAN NEWS - Giovanni Galli e i ricordi del passato, in diretta Instagram. L'ex portiere del Milan ha parlato di Fabio Capello, Kakà e di altri retroscena

Giacomo Giuffrida

NEWS MILAN - Verità senza particolari filtri. Grazie alle dirette sui social, molti calciatori, dirigenti e allenatori stanno ricordando e raccontando retroscena storici e spesso curiosi e divertenti, oltre che discutere della propria quotidianità. Oggi intervista per Giovanni Galli, nel corso di una diretta Instagram con il giornalista Carlo Pellegatti. L'ex portiere del Milan ha raccontato alcuni retroscena su Kakà, Capello e la difesa del suo Milan.

La 'difesa di ferro' del Milan: "Quella grande difesa c'era già con Liedholm. La zona portata da Liedholm è un principio di partenza. Non voglio dei meriti, però devo dire che Filippo Galli aveva 23 anni, Costacurta 20, Maldini 20. Il merito che mi voglio prendere è il fatto di aver aiutato questa linea difensiva a crescere perchè a me piaceva molto parlare con la squadra, perchè ascoltavo quello che dicevo l'allenatore per guidare la linea. Io mi trovavo in una situazione privilegiata, perchè da dietro potevo vedere tutto e dare le indicazioni. Se ad esempio Tassotti aveva l'uomo alle spalle, io l'avvisavo, così come tutti gli altri. Cercavo di abituarli a quelli che erano i movimenti che voleva Sacchi".

Su Ricardo Kakà:  "Io con Kakà non ho giocato, ma avevo un'adorazione per questo calciatore. Anche lui era elegante. Era un giocatore completo, ma il meglio di se stesso lo dava negli ultimi 40 metri. Lui aveva questa capacità di leggere la partita: era un calciatore intelligente così come lo era Seedorf. Sapevano esattamente cosa fare: avevano un qualcosa in più che non si può allenare".

Su Pippo Inzaghi: "Pippo è stato un centravanti particolare: vi sfido a vedere tutti i suoi gol e vedere se c'è qualcuno da fuori area o dribblando due-tre giocatori. Aveva quella capacità di leggere dove sarebbe andata la palla".

Su Milan-Barcellona 4-0, finale di Champions League 1994: "Capello fu un vero stratega. Quando sapeva che non aveva i centrali per la finale ha cercato in tutti i modi di trovarlo facendo esperimenti. Lui in quella partita ha potuto giocare sull'avversario a differenza magari di altre partite come quella con l'Ajax. Lui ha trovato tutte le contromosse per vincere quella partita. Germania, Spagna, Inghilterra, calcio spettacolare? Sì, ma quando giocano contro di noi è sempre dura, perchè abbiamo i tecnici preparati. Il nostro campionato è il più difficile in assoluto".

Su Manuel Rui Costa: "Le mie figlie sono tutte e due innamorate di Rui Costa. Una è riuscita a rimanere tifosa della Fiorentina e l'altra del Milan per "colpa" di Rui Costa. Era una faro che si muoveva in mezzo al campo: avevi bisogno di un passaggio? Sapevi che c'era lui. Era un grandissimo calciatore".

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