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Galliani: “Tagli agli stipendi? Serve un arbitrato. Dico no ai playoff”

Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan (credits: GETTY Images)

Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex amministratore delegato del Milan e oggi al Monza, Adriano Galliani, ha parlato del futuro del calcio italiano

Alessio Roccio

ULTIME NEWS - Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex amministratore delegato del Milan e oggi al Monza, Adriano Galliani, ha parlato a tutto tondo del futuro del calcio italiano, svelando come tante cose cambieranno per colpa di questa crisi legata al coronavirus e che per tornare ad alti livelli serviranno misure drastiche e senza precedenti.

Sul momento che sta vivendo l'Italia: "Sto chiuso in casa, a Milano. Io e la signora filippina che segue la casa, è una casa grande. Purtroppo è una gran cuoca, avrò messo su un chilo e mezzo/due in una settimana. Ho 75 anni, anche se ho uno stile di vita giovanilistico (lo dice sorridendo, nda), appartengo alla categoria più a rischio e non mi muovo, non esco. Sono disciplinato di natura".

Sull'emergenza: "La priorità è la salute e in casi come questo si impongono i poteri d’emergenza. ​Ho la sensazione che la gente abbia ritrovato il gusto della chiacchierata, il virus ha cambiato la psiche delle persone. C’è un prima-Coronavirus e ci sarà un dopo. Ci stiamo anche accorgendo di quanto lavoro si possa svolgere da casa. Una volta superata la fase critica dovremo guardare in faccia una realtà modificata radicalmente dall’emergenza".

Sulle decisioni della UEFA: "L’Uefa ha fatto benissimo a spostare Euro2020 e la Fifa si è adeguata con la Coppa America, anche se da quelle parti il problema è meno avvertito. La ripresa dei campionati potrebbe essere a maggio, ci sarebbero i tempi per concluderli".

Sull'ipotesi playoff: "Sono per il rispetto del regolamento. Siamo partiti in un modo e in quel modo dobbiamo finire. Se non si dovessero completare tutte e 38 le giornate sarebbe giusto cristallizzare la classifica al momento dell’ultimo turno disputato, come in altri sport, la F.1, la moto. Mi auguro che non ci sia bisogno di questo e che tutto si risolva nel migliore dei modi. In questa fase tanti tirano la corda dalla propria parte, per questo faccio i complimenti alla Lega Pro che ha preso una direzione unica. Ricordo che sono stato anche presidente della Lega di A, per questo dico che Francesco Ghirelli è stato il primo a istituire un comitato di crisi che assicura assistenza sotto tutti i punti di vista ai club attraverso una società di revisione. Il calcio non è soltanto Ronaldo, Ibra e Messi, è fatto di giocatori che nelle categorie inferiori guadagnano poco più della gente comune. Calciatori, tecnici, staff e direttori sportivi sono lavoratori a tempo determinato, per questo hanno bisogno di misure di sostegno".

Sul momento del Milan: "Non sopporto la gente che va via e spiega sui giornali come si dovrebbe fare. Se lavori nel club ti dai da fare e quando ne esci devi stare zitto. Come faccio io".

Sul taglio degli stipendi dei calciatori: "Mi lasci dire che non ci siamo. Dieci, quindici, venti per cento: ma che senso ha indicare numeri a capocchia? Mi assumo la paternità della proposta e lascio che sia un giornale autorevole come il suo a diffonderla: ci si affidi alla migliore società di revisione del mondo, autonoma e indipendente, e le si chieda nei tempi corretti di fare la conta dei danni. Sulla base delle sue conclusioni si potrà stabilire il taglio dei compensi, magari prevedendo dei premi sulle stagioni successive. Serve un arbitrato. Il calcio perderà alla fine il 5, il 10, il 15? E il taglio dovrà essere del 5, del 10 o del 15. Il resto sono soltanto chiacchiere, demagogia, improvvisazione, non potendo ancora sapere se la stagione finirà". Intanto, parlando di mercato, il nome nuovo per il Milan è quello di Arkadiusz Milik!

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