Filippo Inzaghi, ex Milan, ha parlato a "Torretta Café", talk show prodotto interamente dal Palermo, della sua carriera rossonera
Dopo aver guidato il Pisa a una storica promozione in Serie A, riportandolo nella massima categoria dopo 34 anni, Filippo Inzaghi, ex gloria del Milan, ha intrapreso una nuova "missione": riportare il Palermo nella massima serie. Ufficializzato nei giorni scorsi come nuovo allenatore del club rosanero, Inzaghi ha rilasciato le sue prime dichiarazioni a "Torretta Café", il talk show prodotto interamente dalla società siciliana. Le sue parole sul Milan e le sue leggende:
L'idoli da bambino: "Andavamo sempre a seguire il Piacenza fin da bambino. Ho giocato sempre con mio fratello, abbiamo messo il calcio al primo posto. Siamo molto felici. Gli idoli miei e di mio fratello sono sempre stati dei centravanti, come Paolo Rossi, Altobelli, Marco Van Basten. Purtroppo, alcuni di loro, così come Vialli, ci hanno lasciati. Tra i miei idoli c'è anche Gerd Muller".
Sulla carriera: "Io ho fatto tutto per gradi, sia da giocatore sia da allenatore. In panchina ho avuto subito un'opportunità irrinunciabile al Milan, poi sono ripartito dalla Serie C, ho capito quanto sia importante la gavetta e quanto sia importante imparare dalle sconfitte. Mi sento migliore di quando ho iniziato 10 anni fa. A volte le occasioni si sfruttano, a volte si riparte, ma la miglior medicina in assoluto è mantenere la convinzione in quello che si fa. Da calciatore, Parma sembrava la prima grande svolta con grandi compagni in attacco. Poi lì ho avuto un infortunio, andai all'Atalanta e tutti mi sconsigliavano di andare lì perché avremmo giocato per non retrocedere. Poi di lì ho avuto la fortuna di giocare alla Juventus e al Milan. Sono stato molto fortunato".
Ex Milan, Inzaghi: "Ancelotti? Lo considero il mio maestro. Una grande persona"
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Su Ancelotti: "Ho avuto Carlo Ancelotti come allenatore per più di 10 anni. Lo considero il mio maestro. Una grande persona, un allenatore che riusciva a farsi amare da tutti, molto sincero. Ho cercato di apprendere da lui come da altri mister che mi hanno allenato, mantenendo però sempre una mia identità e magari cercando di non ripetere degli errori che secondo me sono stati fatti. Quella volta col Milan sbagliai quel rigore, esonerarono Terim e arrivò proprio Ancelotti, che avevo già avuto alla Juventus".