Sul ruolo che predilige: "Per quanto riguarda il ruolo, nella mia carriera ho variato molto: alcuni anni in B ho fatto anche l’esterno e ho giocato sotto la punta. A Lecce ho fatto per la prima volta la punta di riferimento in un 4-3-3, stessa cosa accaduta l’anno dopo al Monza. Forse mi sento più una punta di movimento che statica, a cui piace variare. La realtà è che, nel calcio di oggi, devi essere in grado di fare tutto. Secondo me, il mio step deve riuscire a crescere proprio nel ruolo di prima punta. Il focus di ogni attaccante deve essere almeno provare a segnare ogni partita".
Sugli esempi che ha seguito nel calcio: "Il più importante consiglio è stato quello di riuscire ad alleggerirmi, anche mentalmente, vivendo il calcio come fosse un gioco e tornando a divertirmi, non vedendolo sempre come un peso e mettermi pressione da solo. Non basta volere una cosa, ma bisogna andarsela a prendere facendo qualcosa nel concreto, facendo qualcosa in più degli altri se vuoi ottenere qualcosa che altri non hanno. Idolo? Cristiano Ronaldo, è l'emblema di qualcosa che è stato raggiunto da solo. Ibrahimovic? E' stata una figura importante nello spogliatoio, puoi imparare molto da lui".
Sulla scelta del 'Grifone': "Sono sempre stato convinto del Genoa. Anche in passato mi aveva cercato, è sempre stata una destinazione molto gradita. Quest’anno, quando è arrivata la chiamata, non ho esitato assolutamente. Conosco lo stadio, ho giocato contro questa squadra da avversario al Ferraris e so cosa vuol dire, che passione c’è dietro e com’è organizzata la società. Non ci sono dubbi a dire “sì” ad una squadra del genere".
Sul 29, il numero di maglia scelto: "L’ho scelto perché è stato il mio primo numero al Milan, l’ho scelto anche l’anno scorso. Penso che mi porti fortuna. Tempo libero? Amo la moda, mi piace vedere in che direzione va. Ultimamente mi sto appassionando anche all'interior design".
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