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INTERVISTE MILAN

Donadoni: “Italia? Tanto lavoro da fare. Oltre le parole servono i fatti”

Francesco Aliperta Redattore 
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Durante il Festival della Serie A, Roberto Donadoni ha parlato dell'Italia dopo le dimissioni di Luciano Spalletti come ct della Nazionale

Durante il Festival della Serie A, Roberto Donadoni ha parlato dell'Italia dopo le dimissioni di Luciano Spalletti come ct della Nazionale: "Non è un momento particolarmente felice, i risultati parlano chiaro e sono figli di una situazione che si sta trascinando da tempo. C'è tanto lavoro da fare, oggi purtroppo il prodotto del calcio italiano non è quello del passato ma di questo dobbiamo fare necessità virtù e cercare di far tornare il calcio italiano in primo piano. Le parole di Gravina non le ho sentite ma è chiaro che rendersi conto di ciò che sta accadendo e ciò che si deve fare è fondamentale. Oltre alle parole, però, serviranno i fatti".

Nei fatti può esserci un cambio di ct?

"Torniamo sempre ai soliti discorsi. Quando diciamo che serve crescere a 360 gradi dobbiamo migliorare dal punto di vista dei calciatori, allenatori, dirigenti, stampa, pubblico: è tutto un insieme di cose. Possiamo cambiare l'allenatore ma i giocatori restano quelli. Certo i rapporti possono fare la differenza, però è altrettanto vero che un Commissario Tecnico non ha mai tempo di poter lavorare con continuità. Diventa fondamentale il rapporto con i club e i colleghi".

C'è anche un tema di attaccamento?

"Mi rifiuto di pensare a questo. La scelta di Acerbi è discutibile ma riguarda lui. Ognuno è giusto che affronti le proprie situazioni. Non penso che i giocatori non abbiano le motivazioni. Piuttosto possiamo dire che c'è un tema legato alle tante partite giocate e alle stagioni molto lunghe. Quando hai addosso le scorie di un'annata diventa pesante e difficile. Ora però stiamo andando in questa direzione, si continua a dire che giochiamo troppo ma le cose stanno peggiorando, non migliorando".

Sulla diminuzione del talento è una questione culturale o 'semplice' era sfortunata?

"Non credo né una né l'altra, ci sono sempre le vie di mezzo. Bisogna studiare altre federazione che stanno facendo bene e approfondire il loro lavoro. Solo così si può ripartire".