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INTERVISTA

Paganin sul derby: “Inter intensità bassa, il Milan arrivava prima sulle palle”

Álvaro Morata AC Milan derby Inter-Milan 1-2 Serie A 2024-2025
Massimo Paganin è intervenuto in merito al derby. Per lui l'Inter ha perso un pò di intensità dopo Manchester, il Milan aveva fame di vincere
Redazione PM

Massimo Paganin è intervenuto ai microfoni di Tmw dopo il derby. Lui era uno dei pochi a dire che per questo tipo di partite Inter e Milan sarebbero partite alla pari, senza favorite. La sua dichiarazione è stata una delle poche nei giorni antecedenti alla partita che vedevano le due formazioni allo stesso livello. Ecco il commento post vittoria rossonera:

Cos'ha fatto la differenza?

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"Credo, pensando all'Inter, sia calata leggermente l'intensità dopo la partita di Manchester: hanno speso molto e non sono riusciti a recuperare le energie per il derby. Però devo dire la verità: già a Monza, i nerazzurri avevano giocato a un ritmo inferiore rispetto al solito. L'Inter deve ritrovare quell'energia che le consente di giocare ad altissimo livello. Per ripetersi nel nostro campionato serve dare un po' di più: la classifica è cortissima, e il derby di ieri non cambia nulla da questo punto di vista, ma sono piccoli segnali d'allarme."

Dopo City e Liverpool, come arrivavano le due squadre?

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"Partivano da due situazioni diverse. L'Inter ha fatto una grande partita col City, giocando in maniera attenta al cospetto di una quadra contro la quale ci teneva a fare bene. Raggiunto il risultato e tornati a casa, le energie nervose possono venire meno. Specie se sai di partire avvantaggiato nel derby viste le difficoltà degli avversari: non deve succedere, ma credo che a livello inconscio un minimo di rilassamento ci sia stato. Almeno, è quello che si è visto in campo: il Milan arrivava prima sulle seconde palle, aveva più fame e questo fa la differenza in una partita di questo livello. I dettagli fanno tutta la differenza del mondo: non voglio parlare di voglia o di fame, ma credo si sia percepita quella determinazione in meno nell'Inter."

Quanto c'entrano Inzaghi e Fonseca nella vittoria del Milan?

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"Sicuramente Fonseca ha cercato di trovare una soluzione alle difficoltà avute, ha cercato di giocare con una squadra più attenta, è andato a prendere l'Inter con un 4-2-4 e i quattro davanti che ostruivano l'Inter sulla prima costruzione, che la squadra di Inzaghi fa a quattro. Ha cercato di schermare la partenza dal basso, poi la partita si è svolta molto bene: l'Inter ha avuto comunque delle occasioni per poter segnare e Maignan ha fatto delle belle parate. Non è che l'Inter non abbia creato, ma è mancata quell'intensità di cui parlavo prima."

Sulle sostituzioni di Calhanoglu e Mkhitaryan?

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"Asllani non è Calhanoglu, manca quella capacità di costruire davanti alla difesa. Mkhitaryan ha caratteristiche diverse da Frattesi, quest'ultimo è un incursore e non un costruttore: sicuramente l'Inter ha perso qualcosa nel proprio modo di partire dal basso. Questo si è tradotto in difficoltà offensive, però finora Inzaghi ha sempre fatto quello che doveva e i risultati sono arrivati. Il derby, ripeto, è storia a sé; la parte emotiva fa la differenza, quando i livelli sono abbastanza simili. Inzaghi aveva messo in guardia sul fatto che dovesse essere considerato il derby numero zero, però a volte inconsciamente subentra una sorta di appagamento che non dovrebbe esserci."

Che limiti ha l'Inter?

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"Bisognerà vedere sul lungo. Di sicuro ci sono dei reparti nei quali l'Inter può rinforzarsi ancora, però questo discorso vale per tutte e mi sembra che sia comunque coperta in tutti i ruoli. Sul mercato si è comunque migliorata. Deve inserirsi un po' meglio Zielinski, che non è ancora incisivo quanto potrebbe e dovrebbe. Frattesi è stato un buonissimo acquisto, deve crescere Asllani in quel ruolo: la distanza tra lui e Calhanoglu è troppo grande. Davanti, Taremi è un ottimo sostituto sia per Lautaro che per Thuram, anche se ieri non è entrato. Ci sono piccole cose sulle quali intervenire, ma sinceramente non vedo necessità immediate. Inzaghi negli anni è stato molto bravo a trasferire il suo credo, il suo modo di pensare, alla squadra. A volte trovi Dimarco in rifinitura e i due braccetti in zona d'attacco: è stato molto bravo a dare un calcio moderno a una squadra che sa difendere e attaccare. L'intensità fa la differenza, e l'Inter può ancora migliorare, dato che ogni stagione ha i suoi alti e bassi. Credo sia questo il lavoro principale da fare, abituarsi a giocare per vincere sempre."

Che campionato sarà?

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"È un campionato anomalo rispetto agli ultimi che abbiamo vissuto, anzitutto perché ci sono molte più partite da giocare. La nuova Champions prevede due partite in più e magari anche altre due per chi farà gli spareggi; poi ci sono la Supercoppa a gennaio, la Coppa Italia, la Nations League. A differenza degli altri anni, dove le altre hanno faticato a tenere il passo di chi era partito, al momento mi sembra più equilibrato: non si è ancora vista, né nel gioco né nell'intensità, una squadra che possa essere nettamente superiore alle altre. Però bisogna aspettare un po' perché i tanti impegni possono influenzare: credo che una prima valutazione si potrà fare dopo le prossime sue soste. Bisogna capire cosa potrà fare la Juventus; bisognerà vedere se il derby ha cancellato tutte le difficoltà del Milan; la Roma ha cambiato allenatore e come qualità della rosa può dire la sua, anche se parte indietro; il Napoli con Conte è una squadra che può fare benissimo, vista la bravura del suo allenatore e la possibilità di gestire la settimana completa. È presto per dirlo, ma credo che fino alla fine almeno tre squadre si giocheranno lo scudetto." LEGGI ANCHE: Milan, il calcio è situazionale: okay al 4-4-2, ma attenzione all'avversario

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