Massimo Paganin è intervenuto ai microfoni di Tmw dopo il derby. Lui era uno dei pochi a dire che per questo tipo di partite Inter e Milan sarebbero partite alla pari, senza favorite. La sua dichiarazione è stata una delle poche nei giorni antecedenti alla partita che vedevano le due formazioni allo stesso livello. Ecco il commento post vittoria rossonera:
INTERVISTA
Paganin sul derby: “Inter intensità bassa, il Milan arrivava prima sulle palle”
Cos'ha fatto la differenza?
—"Credo, pensando all'Inter, sia calata leggermente l'intensità dopo la partita di Manchester: hanno speso molto e non sono riusciti a recuperare le energie per il derby. Però devo dire la verità: già a Monza, i nerazzurri avevano giocato a un ritmo inferiore rispetto al solito. L'Inter deve ritrovare quell'energia che le consente di giocare ad altissimo livello. Per ripetersi nel nostro campionato serve dare un po' di più: la classifica è cortissima, e il derby di ieri non cambia nulla da questo punto di vista, ma sono piccoli segnali d'allarme."
Dopo City e Liverpool, come arrivavano le due squadre?
—"Partivano da due situazioni diverse. L'Inter ha fatto una grande partita col City, giocando in maniera attenta al cospetto di una quadra contro la quale ci teneva a fare bene. Raggiunto il risultato e tornati a casa, le energie nervose possono venire meno. Specie se sai di partire avvantaggiato nel derby viste le difficoltà degli avversari: non deve succedere, ma credo che a livello inconscio un minimo di rilassamento ci sia stato. Almeno, è quello che si è visto in campo: il Milan arrivava prima sulle seconde palle, aveva più fame e questo fa la differenza in una partita di questo livello. I dettagli fanno tutta la differenza del mondo: non voglio parlare di voglia o di fame, ma credo si sia percepita quella determinazione in meno nell'Inter."
Quanto c'entrano Inzaghi e Fonseca nella vittoria del Milan?
—"Sicuramente Fonseca ha cercato di trovare una soluzione alle difficoltà avute, ha cercato di giocare con una squadra più attenta, è andato a prendere l'Inter con un 4-2-4 e i quattro davanti che ostruivano l'Inter sulla prima costruzione, che la squadra di Inzaghi fa a quattro. Ha cercato di schermare la partenza dal basso, poi la partita si è svolta molto bene: l'Inter ha avuto comunque delle occasioni per poter segnare e Maignan ha fatto delle belle parate. Non è che l'Inter non abbia creato, ma è mancata quell'intensità di cui parlavo prima."
Sulle sostituzioni di Calhanoglu e Mkhitaryan?
—"Asllani non è Calhanoglu, manca quella capacità di costruire davanti alla difesa. Mkhitaryan ha caratteristiche diverse da Frattesi, quest'ultimo è un incursore e non un costruttore: sicuramente l'Inter ha perso qualcosa nel proprio modo di partire dal basso. Questo si è tradotto in difficoltà offensive, però finora Inzaghi ha sempre fatto quello che doveva e i risultati sono arrivati. Il derby, ripeto, è storia a sé; la parte emotiva fa la differenza, quando i livelli sono abbastanza simili. Inzaghi aveva messo in guardia sul fatto che dovesse essere considerato il derby numero zero, però a volte inconsciamente subentra una sorta di appagamento che non dovrebbe esserci."
Che limiti ha l'Inter?
—"Bisognerà vedere sul lungo. Di sicuro ci sono dei reparti nei quali l'Inter può rinforzarsi ancora, però questo discorso vale per tutte e mi sembra che sia comunque coperta in tutti i ruoli. Sul mercato si è comunque migliorata. Deve inserirsi un po' meglio Zielinski, che non è ancora incisivo quanto potrebbe e dovrebbe. Frattesi è stato un buonissimo acquisto, deve crescere Asllani in quel ruolo: la distanza tra lui e Calhanoglu è troppo grande. Davanti, Taremi è un ottimo sostituto sia per Lautaro che per Thuram, anche se ieri non è entrato. Ci sono piccole cose sulle quali intervenire, ma sinceramente non vedo necessità immediate. Inzaghi negli anni è stato molto bravo a trasferire il suo credo, il suo modo di pensare, alla squadra. A volte trovi Dimarco in rifinitura e i due braccetti in zona d'attacco: è stato molto bravo a dare un calcio moderno a una squadra che sa difendere e attaccare. L'intensità fa la differenza, e l'Inter può ancora migliorare, dato che ogni stagione ha i suoi alti e bassi. Credo sia questo il lavoro principale da fare, abituarsi a giocare per vincere sempre."
Che campionato sarà?
—"È un campionato anomalo rispetto agli ultimi che abbiamo vissuto, anzitutto perché ci sono molte più partite da giocare. La nuova Champions prevede due partite in più e magari anche altre due per chi farà gli spareggi; poi ci sono la Supercoppa a gennaio, la Coppa Italia, la Nations League. A differenza degli altri anni, dove le altre hanno faticato a tenere il passo di chi era partito, al momento mi sembra più equilibrato: non si è ancora vista, né nel gioco né nell'intensità, una squadra che possa essere nettamente superiore alle altre. Però bisogna aspettare un po' perché i tanti impegni possono influenzare: credo che una prima valutazione si potrà fare dopo le prossime sue soste. Bisogna capire cosa potrà fare la Juventus; bisognerà vedere se il derby ha cancellato tutte le difficoltà del Milan; la Roma ha cambiato allenatore e come qualità della rosa può dire la sua, anche se parte indietro; il Napoli con Conte è una squadra che può fare benissimo, vista la bravura del suo allenatore e la possibilità di gestire la settimana completa. È presto per dirlo, ma credo che fino alla fine almeno tre squadre si giocheranno lo scudetto." LEGGI ANCHE: Milan, il calcio è situazionale: okay al 4-4-2, ma attenzione all'avversario
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