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Chiellini racconta: “La passione per il Milan, Ibrahimovic e gli arbitri”

Giorgio Chiellini, difensore della Juventus (credits: GETTY Images)

JUVENTUS NEWS - Le dichiarazioni di Giorgio Chiellini in diretta Instagram con Martina Colombari, moglie di Costacurta. Le parole del capitano juventino

Giacomo Giuffrida

NEWS JUVENTUS - Verità senza particolari filtri. Grazie alle dirette sui social, molti calciatori, dirigenti e allenatori stanno ricordando e raccontando retroscena storici e spesso curiosi e divertenti, oltre che discutere della propria quotidianità. Intervista per Giorgio Chiellini, in diretta Instagram con Martina Colombari, moglie di Billy Costacurta.

Sulla passione per il Milan: " Io ero tifoso del Milan, mi sono innamorato a inizio anni '90 e lo sono stato fino a quando non sono arrivato in Serie A. Mentre mio fratello era juventino e ci prendevamo in giro, lo stesso che succedeva tra mio padre e mia madre, lei era milanista. Quando ho firmato per la Juve nel 2004 non ti dico come l'hanno presa…".

Sulla gestione familiare dei club: "L'affetto che c'è da una proprietà familiare si sente ed è un valore aggiunto notevole. Quando c'erano l'Inter di Moratti o il Milan di Berlusconi c'era una percezione diversa. Il mondo sta cambiando e l'Italia si sta adeguando, ma per noi nostalgici si sentiva un amore diverso per la squadra. Non che oggi si lavori male. Era un calcio differente. Penso all'Inter di Moratti, che sono stati acerrimi rivali, ma c'era stima".

Su Zlatan Ibrahimovic: "Ibra odio e amore? È stato l'avversario che mi ha tirato fuori il meglio. Anche da compagno lo affrontavo in campo, lui aveva 24 anni e una fisicità impressionante. Stargli dietro, senza paura, mi ha fatto guadagnare la sua stima. Per stare al suo livello, anche dopo, dovevo tirare fuori il massimo".

Su Cristiano Ronaldo: "Purtroppo lui ci ha segnato tanto, tanto, tanto. Meno male che ora è un mio compagno di squadra. È di un altro livello, si vede e penso sia giusto ammetterlo, ha dato tanto alla Juve. Quando hai un campione del genere è un peccato non sfruttarlo al massimo".

Su Gigi Buffon: "È un fratello maggiore, in 15 anni è la persona che ho visto di più sulla terra. È una persona che riesce sempre nei momenti decisivi a tirare fuori le parole giuste per cambiare le sorti di una stagione. Ci sono aspetti di lui che si vedono poco, è una persona splendida che mi ha insegnato tanto. Siamo diversi, ma come lui riusciva a tirare fuori parole nei momenti decisivi, mi ha ammaliato".

Sul calcio senza tifosi: "Sarà un'estate strana, ma per noi il già poter giocare e muoversi è bello. È più brutto giocare senza tifosi che non fare le vacanze. Piuttosto che niente meglio piuttosto, speriamo in un mesetto di riavere anche solo cinque-dieci mila persone allo stadio. Senti tutto così, rimbomba troppo. Per l'arbitro è difficile, perché sente i commenti anche di quelli in panchina. Sente tutte le cose, è il più svantaggiato. Senti ogni richiamo dell'allenatore, del compagno, del portiere. Ogni tanto è meglio sentire i tifosi".

Allegri, Guardiola, Conte e Lippi: "Ho visto il documentario sul City che c'è su Amazon. Vedi il carisma di Guardiola che è speciale, anche con tutti i difetti. Per un appassionato di calcio, si vede subito la sua grandezza. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo, ma solo vedendolo da fuori. Conte? Il difensore, fino a che non è arrivato lui, era solo un difensore. Pensava alle cose semplici, non a creare un'azione offensiva. Lui invece ha insistito fin da subito sul fatto che potessimo creare anche noi. Antonio è stato un top, che mi ha dato tanto e chiesto tanto. Lui e Allegri, sono persone che ho raggiunto in una maturità calcistica per capirli. Tantissimi importanti ce ne sono stati, ma loro due sono stati speciali. Lippi? Aveva la capacità di leggere le situazioni, meno tattica, ma un rapporto schietto e diretto con tutti. È stato importante, anche se io ero molto giovane all'inizio".

Sulla gavetta: "Da una parte è più faticoso che nascere fenomeno, ma all'inizio hai meno pressioni. Ce ne sono tanti che hanno 17 anni e tante aspettative che rovinano una carriera. Io avevo un bell'approccio, anche a 15 anni a Livorno. Sono andato a fare prove con Juve, Inter e Milan, sono stato vicino ad andare in quelle squadre, ma il presidente ha detto di no. È stata la mia fortuna perché ho vissuto un'adolescenza normale, non in collegio dove vedi i genitori una volta al mese. Ho giocato con grandi campioni a cui ho cercato di rubare il più possibile, lo stesso ho fatto anche con gli esempi 'cattivi'".

Come ha trascorso il lockdown: "Da fine gennaio ad aprile sono rimasto da solo. Mia moglie era scesa in Toscana con le bambine, quando dovevano tornare a Torino a fine febbraio abbiamo deciso che era meglio rimandare. Quando ho rivisto dopo questo tempo mia figlia più grande mi sono messo a piangere. Sono onesto, sono state tante emozioni, fortunatamente la maggior parte belle. Ora siamo un po' provati, ma tornare alla normalità è bello".

Su Euro 2021: "Guarda, spero di arrivarci in ottime condizioni per vivermi quest'ultima manifestazione alla grande, per fare da balia a tutti i giovani forti che ci sono in squadra. Giocare tre partite a Roma ci dà carica e responsabilità. Un cerchio che si chiude".

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