INTERVISTE

Capello: “Scudetto? Milan spensierato. Ma occhio alla Juve di Allegri”

Daniele Triolo

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato della lotta Scudetto e non solo ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola

Fabio Capello, ex allenatore del Milan, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Queste le sue dichiarazioni integrali.

Sul calcio italiano: «Mente aperta e ritorno alle radici. Il nostro calcio deve ritrovare la sua identità, l’ABC che abbiamo perso. Non possiamo pensare di essere moderni giocando il calcio di Pep Guardiola di 15 anni fa. Noi italiani abbiamo altre caratteristiche, non potremo mai essere come gli spagnoli. E poi bisogna avere in campo i migliori. Io da ragazzo andavo a 'San Siro' a studiare Luís Suárez. Alla Spal ho avuto la fortuna di trovare grandi maestri: Oscar Massei, Osvaldo Bagnoli. Copiavo e imparavo. Se hai dei mediocri accanto non puoi crescere».

Sui troppi stranieri nei vivai delle squadre italiane: «Non capisco il problema e adesso non sono preparato sul tema vivai, lo ero di più quando ero responsabile del settore giovanile del Milan, quindi non mi pronuncio. Ma la globalizzazione esiste. Se abbiamo dei ragazzi africani o originari in qualsiasi paese del mondo che cosa facciamo? Non li tesseriamo?».

Sull'eliminazione dell'Italia dai Mondiali: «Diciamo che siamo fuori per due rigori sbagliati. Diciamo anche che abbiamo fatto un Europeo fantastico, ma siamo arrivati due volte al successo attraverso i rigori. Ma ho notato nelle qualificazioni che non c’era lo stesso animus pugnandi. Ci siamo un po’ seduti sulla gloria. Forse Roberto Mancini ha avuto un po’ troppa riconoscenza per chi era stato protagonista, ma è un errore che fanno tutti gli allenatori. E mi auguro che continui il suo lavoro, perché conosce i giocatori e sa dove mettere le mani».

Sul favorito nella lotta per lo Scudetto: «Nessuno, al momento sono 4 squadre in lotta con il 25% di possibilità di vincere».

Sulla Juventus di Massimiliano Allegri: «Allegri è un uomo intelligente e fa giocare la squadra come può. Tutte queste critiche per gli 1-0 non le capisco. È una mancanza di rispetto per quello che Allegri ha fatto. Ripeto, ma mi sembra di parlare ai sordi, che giocando il calcio con i passaggi corti e copiando il Guardiola di tanti anni fa non si risolve nulla».

Sull'Inter di Simone Inzaghi in calo: «Non vedo una squadra abbattuta. L’Inter si riprenderà, ma molto dipenderà dalla gara di domenica con la Juve. Un pareggio sarebbe una sconfitta per entrambe, quindi penso che gli allenatori se la giocheranno con le armi che hanno. La Juve essendo indietro in classifica dovrà rischiare di più, ma neppure l’Inter può permettersi un pareggio. Le distanze sono minime. E nella lotta scudetto non dimentichiamo il Napoli, una buonissima squadra: è cresciuta molto e ha un tecnico che sa dove portarla».

Sull'allenatore più adatto alla volata per il titolo: «Direi Allegri: parte di rincorsa visto che è dietro e ha meno peso sulle spalle. Il peso sulla schiena lo portano gli altri».

Capello ul Milan di Stefano Pioli: «Ha prima di tutto il vantaggio della spensieratezza, è questa la chiave. Il Milan è una squadra che trasmette allegria ed è guidata da un allenatore che sta facendo un lavoro ottimo. Ma come tutti i gruppi giovani può avere alti e bassi. E occhio al calendario, che non è semplice».

Sugli impegni dei rossoneri: «Il Milan si esalta nelle grandi partite. Logico per una squadra basata sui giovani. Ogni allenatore sa che quando le partite sono importanti c’è poco da dire: le motivazioni arrivano da sole. Ma poi bisogna mantenere la concentrazione sempre».

Capello sulla rosa del Milan di Pioli meno attrezzata delle altre: «E’ come tutte le squadre dove ci sono tanti giovani. L’allegria del gioco è il loro punto forte. Ma fra le quattro in lotta mi sembra quella più enigmatica».

Sul campionato italiano: «A livello internazionale non ci siamo, soltanto l’Atalanta che non è fra le quattro in lotta per lo Scudetto si è dimostrata competitiva. Dobbiamo cambiare nei ritmi di gioco: per ora siamo veloci lentamente e non serve. Bisogna prendere il modello tedesco, recuperare palla e giocarla subito in avanti. Le qualità per farlo ci sono».

Sugli uomini chiave nella lotta Scudetto: «Victor Osimhen, Dušan Vlahović, Rafael Leão se è in giornata, Edin Džeko, perché con i ritmi che calano con la sua classe può fare la differenza».

Infine, di nuovo sulla favorita per il titolo: «Come ho già detto, una uscirà di scena domenica. Per ora sono tutte alla pari». Milan, non solo Botman: altro colpo in difesa! Le ultime news di mercato >>>

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